Dybala e l’amore per Palermo: “A volte torno di nascosto in città”
Trascinatore indiscusso della Roma di Mourinho, Paulo Dybala ha raccontato diversi aneddoti riguardanti la sua carriera prima di giungere nella città eterna, dalle annate decorate alla Juventus fino ai suoi primi calci in Italia al Palermo.
Ancora legato alla città che lo ha accolto nel Belpaese, il numero 21 Campione del Mondo con la sua Argentina ha rilasciato questa ed altre dichiarazioni a Diletta Leotta nel corso dello speciale di Dazn dedicato all’ex giocatore della Juventus, Scacco Capitale.
Dybala a DAZN: “Mi piace molto il soprannome ‘Picciriddu’. La 10 di Totti? Sarebbe un onore”
L’amore per Palermo di Paulo Dybala è destinato a rimanere indissolubile. L’argentino, sbarcato alla corte di Zamparini dall’Instituto Cordoba, si è subito preso l’affetto della città e le attenzioni dei grandi club italiani e non solo. Ad essere più veloce è stata la Juventus che, nel 2015, ha comprato le prestazioni dell’ex 9 palermitano per una cifra vicina ai 40 milioni di euro. L’esperienza rosanero è però rimasta nel cuore dell’argentino, come lui stesso ha dichiarato: “Ancora oggi c’è gente che mi chiama ‘U Picciriddu’. Soprattutto i siciliani e i tifosi del Palermo. Il soprannome mi piace molto, tanto che lo usa anche mia mamma: dice che sono il suo ‘picciriddu’. A volte torno di nascosto a Palermo, mia mamma invece ci fa spesso, mi manda i saluti e mi porta i cannoli”.
Dybala ha anche rilasciato dei retroscena sul suo arrivo a Roma e sul suo rapporto con il suo mister, Jose Mourinho: “Quando arrivai a Roma ho pensato che dovevo fare qualcosa per questa città. La ‘Dybala Mask’, la mia esultanza, nasce un po’ da qui: da bambino guardavo tanti film su Roma e sui gladiatori. Mourinho? Quando ero alla Juventus avevo discusso con lui dopo la partita contro il Manchester United, non aveva bisogno di fare quel gesto contro i tifosi bianconeri. La numero 10? Alla Roma sarà sempre di Totti, così come alla Juventus sarà sempre di Del Piero. Quando la indossai a Torino me lo chiese la società e fu un enorme piacere. Qui a Roma mai dire mai, sarebbe una responsabilità unica”.
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