Palermo

Palermo, tre ex equo sul podio di una stagione indimenticabile… ma non solo

Chiusa la prima parte di stagione, che coincide con la fine dell’anno, abbiamo deciso di stilare anche noi una classifica che tiene conto di quanto accaduto durante tutto il 2022. Come potrete leggere non ci sono un 1°, 2° e 3° ma tre primi ex equo come ci sembrava giusto.

1° Il City Football Group e Dario Mirri. Grazie a loro è cambiata per sempre la storia del Palermo. Il presidente rosanero è riuscito nell’impresa non solo di cedere il Palermo ma di farlo alla più importante holding calcistica a livello mondiale, non solo per ricchezza ma anche per organizzazione. C’è chi avrebbe preferito un unico proprietario temendo di diventare una semplice colonia. Noi siamo convinti che il CFG non tratterà Palermo e il Palermo come le altre squadre della sua galassia perché le potenzialità sono molto ma molto diverse dalle “sorelle”, City escluso ovviamente.

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Silvio Baldini. E’ tornato a Palermo tra lo scetticismo generale divenendo il primo artefice di un vero e proprio miracolo sportivo. A lui gratitudine eterna per quello che ha fatto comprese le dimissioni. Se fossero arrivate a stagione iniziata, perché tanto lo abbiamo detto e ripetuto che per il carattere dell’allenatore toscano prima o poi la “bomba” sarebbe scoppiata, oggi parleremmo di un Palermo nei bassifondi della classifica con pochissime possibilità di salvarsi, anche se ovviamente non esiste la controprova. Essere andato via con il mercato ancora in corso ha dato la possibilità alla società di costruire una squadra decisamente in grado di mantenere la categoria, ovvero l’obiettivo principale.

Matteo Brunori. Quando è arrivato a Palermo molti hanno storto il muso perché avrebbero preferito altri attaccanti. Con il lavoro, la serietà e il grande attaccamento ai colori rosanero il buon Matteo ha dimostrato di meritare questi colori anche quando faceva fatica a trovare la via del gol. Con l’arrivò di Baldini è esploso diventando il vero e proprio trascinatore di questa squadra che anche grazie ai gol ha compiuto il “miracolo”. Ed anche la prima parte nel campionato di B ha confermato tutte le sue qualità.

Azzi al Palermo? Il procuratore: “Nessun commento”

Nessuno escluso …

Pelagotti, Massolo, Grotta, Accardi, Giron, Marong, Crivello, Marconi, Somma, Buttaro, Perrotta, Doda, Lancini, Dall’Oglio, Luperini, Odjer, De Rose, Damiani, Valente, Floriano, Brunori, Silipo, Fella, Soleri, Felici ovvero gli artefici di una promozione bella e incredibile ma prima protagonisti anche di una stagione assolutamente a dir poco incolore. Poi per fortuna, soprattutto grazie a Baldini, il Palermo e i suoi giocatori hanno vissuto due mesi perfetti che hanno cambiato la storia rosanero.

Eugenio Corini. I nomi di allenatori fatti prima che il “famigerato algoritmo” (ma davvero credete che la scelta sia dipesa solo da questo?) scegliesse lui avevano illuso la piazza che avrebbe preferito il grande nome. Tra mille problemi è riuscito, soprattutto nell’ultimo periodo, a ritrovare il bandolo della matassa e, piaccia o meno, oggi è in linea con gli obiettivi. Che poi il Palermo giochi o meno un calcio piacevole e divertente e altra cosa, ma in classifica ricordiamoci sempre che si trovano i punti e non come giocano le squadre.

Non solo Dybala. Tanti ex rosanero sudamericani hanno vinto in Nazionale

Leandro Rinaudo. Con le dimissioni a stagione iniziata dell’ex ds Castagnini, è stato chiamato a ricoprire un ruolo difficilissimo in un momento particolarmente delicato perché in piena trasformazione di squadra e società. Con l’aiuto di Luciano Zavagno, mandato dalla casa madre, è riuscito in fretta e furia a mettere su un organico inizialmente definitivo da tutti più che competitivo. Il campionato ha dimostrato che qualcosa in più si sarebbe potuta fare, ma gettare la croce solo sul buon Leo sarebbe quantomeno ingeneroso. Il mercato di gennaio gli darà la possibilità di dimostrare il proprio valore perché conoscendolo sappiamo bene quanto ci tenga ad ottenere i risultati che tutti speriamo. Soprattutto perché il Palermo è la squadra della sua città e del suo cuore anche se … “nemo propheta in patria”.

Giovanni Gardini. Ha avuto consegnate dalla casa madre, con la nomina a direttore generale, le chiavi per organizzare una società sulla falsariga dello stile City Football Group, pur mantenendo tutte le proprie peculiarità. Missione non semplicissima perché il modo di pensare il calcio alle nostre latitudini è completamente diverso da come si ragiona dalle parti di Manchester. E la vicenda Corini, che tutti o quasi avrebbero voluto sollevato dall’incarico, è lo specchio di un modo completamente differente di come il CFG intende il calcio. Riuscirà Gardini ad inculcare questa mentalità anche dalle parti di viale del Fante? Capacità ed esperienza sono tutte dalla sua parte.

Brescia come Frosinone: ancora palloni in campo contro il Palermo

Non solo giocatori o dirigenti…

Il centro sportivo di Torretta. Finalmente inizia a diventare una realtà che vedrà il suo completamento entro il 2023 con un parziale utilizzo già entro aprile. Regalare al Palermo una casa è stato uno dei primi obiettivi di Dario Mirri e anche su questo, nonostante i numerosissimi detrattori che non gli hanno mai perdonato nulla, ha avuto ragione lui.

I tifosi del Palermo. Quelli che hanno spinto la squadra nella trionfale cavalcata play off ma ancor di più quelli che seguono sempre e comunque i rosanero, soprattutto quando giocano lontano dal Barbera. Non c’è partita che non ha visto i tifosi del Palermo protagonisti, e i tantissimi presenti a Santo Stefano meritano grandissimi applausi per l’attaccamento mostrato ancora una volta.

E alla fine a Brescia hanno pure avuto paura!

10° Il settore giovanile del Palermo. In pochi anni, grazie soprattutto al lavoro di Leandro Rinaudo, ben coadiuvato per la parte organizzativa da Fabrizio Giambona, ha oggi una sua identità ben precisa nonostante ci sia ancora tanto da fare e toccherà ad Erjon Bogdani e ai suoi uomini riuscirci. Negli anni diventerà certamente, anche grazie al centro sportivo, una fucina di talenti dalla quale attingere per la prima squadra perché del resto questo è il modus operandi della casa madre.

CorSport – Bufera su A e B, classifiche a rischio

 

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