Brasile-Argentina

L’Argentina è campione del mondo. I sudamericani hanno battuto ai rigori la Francia nella finale giocata all’Iconic Stadium di Lusail. La partita, una delle più incredibili che la storia del calcio ricordi, era finita 3-3, grazie alla doppietta di Messi e alla rete di Di Maria per l’Argentina, mentre per la Francia ha fatto tutto Mbappé con una tripletta, con due rigori. Per la Selección albiceleste si tratta della terza affermazione iridata, dopo quelle del 1978 nel torneo giocato in casa e del 1986 nell’edizione messicana.

È stata una finale emozionante e drammatica, che l’Argentina ha dominato per 80 minuti, davanti ad una Francia distratta, svagata ed incapace sia di creare gioco che di difendere. Poi, in due minuti, la doppietta di Mbappé ha riaperto tutto e portato la sfida ai supplementari dove è continuata la girandola di emozioni. L’Argentina era tornata in vantaggio con Messi ed i transalpini erano nuovamente riusciti a pareggiare sempre con il numero 10.

Argentina: un gruppo costruito nel tempo

L’Argentina non era tra le favorite della vigilia, a causa della storica tendenza della squadra sudamericana a fallire spesso le competizioni importanti, nonostante la qualità dei giocatori. Eppure il gruppo guidato da Lionel Scaloni, il tecnico più giovane di questo Mondiale, è arrivato in Qatar reduce da 36 partite senza sconfitte e dopo aver vinto la Copa America l’anno scorso battendo il Brasile al Maracanà.

Il commissario tecnico si è seduto sulla panchina dell’Albiceleste nell’agosto del 2018, e nel tempo ha costruito un mix di giovani e calciatori di esperienza attorno alla stella di Lionel Messi. Il fuoriclasse di Rosario per anni è stato accusato in patria di scarso amore per la nazionale e di esprimersi al meglio solo con la maglia del Barcellona. I giovani lanciati da Scaloni, invece, sono cresciuti guardando Messi e considerandolo un idolo, ed hanno imparato a giocare per lui, con lui ed attorno a lui.

L’intelligenza di Scaloni

La sconfitta nella gara inaugurale contro l’Arabia Saudita aveva fatto tornare vecchi fantasmi fra i tifosi argentini, abituati ad una Selección storicamente fortissima, ma inadatta a reggere la pressione del grande evento. È stata fondamentale l’intelligenza di Scaloni, che ha più volte cambiato gli interpreti e lo schieramento della squadra, inserendo giovani di valore assoluto come Julián Alvarez ed Enzo Fernández. In tutto il torneo l’Argentina è apparsa solida, concreta e sempre padrona del campo, crescendo di partita in partita fino a giocare la partita quasi perfetta in finale. Contro una squadra sulla carta più tecnica e più fisica come la Francia, i giocatori della Selección hanno infatti sovrastato gli avversari su tutti i fronti fino al minuto 80, quando si è svegliato Mbappé ed è esplosa la partita.

Messi: il coronamento di una carriera perfetta

La finale di Lusail è stata l’ultima partita con la maglia albiceleste per Leo Messi. Al giocatore del PSG mancava solo il titolo di Campione del Mondo per coronare una carriera perfetta, in cui ha infranto tutti i record e vinto tutto a ripetizione, sempre da protagonista. Finalmente adesso il fenomeno di Rosario si è scrollato di dosso lo scomodo paragone con Diego Armando Maradona e potrà brillare di luce propria. Sollevando la Coppa del Mondo al cielo del Qatar, Messi conquista per sempre un posto nell’Olimpo dei più grandi e nel cuore del popolo argentino, sempre accanto a Diego.

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