segre giornata della memoria

Come ogni anno, anche in questo 27 gennaio 2022, Giorno della Memoria, un grande pensiero è rivolto tutti gli ebrei che hanno subito le atrocità dell’Olocausto per mano dei nazisti. Tra i tanti precursori che, ancora oggi, vogliono tenere acceso il ricordo del loro tragico destino c’è Liliana Segre.

Nata a Milano e appartenente ad una discendenza ebraica, Liliana Segre è una dei pochi superstiti italiani dell’Olocausto. Dopo aver portato avanti, con fierezza, le ideologie del nostro Paese, la 92enne milanese è stata insita del titolo di senatrice a vita dall’ormai ex Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’elogio di Sergio Mattarella a Liliana Segre

Proprio l’ex capo di Stato palermitano, lo scorso 10 settembre 2020, ha elogiato l’attivista italiana in occasione dei suoi 90 anni per l’“alta e preziosa testimonianza contro odio e violenza, in difesa dei diritti di tutti e nel rifiuto di ogni discriminazione”.

Tutte le testimonianze di Liliana Segre rappresentano un chiaro messaggio che dovrebbe far riflettere sugli errori commessi nel passato che, seppur in forme e modalità diverse, si riflettono ancora oggi nella società odierna. Anche a distanza di 77 anni, l’essere umano commette azioni spiacevoli, forse spinto da un senso di irrazionalità o superiorità.

La sofferenza di tutti quegli ebrei ingiustamente deportati riecheggia nella memoria di ciascuno di noi. Attraverso iniziative che coinvolgono diverse realtà si cerca, quindi, di tenerne acceso il ricordo.

Il messaggio della Storia

Recentemente la senatrice a vita aveva affermato con convinzione che “la Giornata della Memoria dovrebbe essere commemorata tutto l’anno, non solo il 27 gennaio”. Alla luce degli ultimi avvenimenti che si sono susseguiti e che continuano a verificarsi nel nostro Paese, queste parole si conformano pienamente a tutte le ingiustizie commesse.

Dai continui soprusi e violenze a discapito delle donne, ai continui maltrattamenti che gravano sui minori, fino alla questione, ancora irrisolta e aperta, dei migranti. Tutti questi eventi presi singolarmente, ma anche nel loro insieme, vanificano i tentativi di “educazione” che la Storia vuole trasmettere, o almeno prova a fare.

“La storia non insegna abbastanza non viene abbastanza studiata, e allora diventano importanti le date e tutti gli altri giorni non ci si ricorda”: ecco che le parole della Segre fanno quindi da eco ad una situazione così roboante che solo con un minimo di raziocinio e buona condotta potrebbe prendere sicuramente una piega diversa, migliore per la società e per l’uomo in primis.

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