Palermo

Palermo – Come procederà la querelle Mirri-Di Piazza?

Di certo non finisce qui
Come vi abbiamo raccontato, per primi, il giudice del tribunale di Catania, Chiara Salamone, con provvedimento del 15 dicembre, e reso noto il giorno successivo, ha rigettato il ricorso presentato dalla Italplaza, la società attraverso la quale Tony Di Piazza deteneva il 40% di Hera Hora, per il sequestro cautelativo delle quote della controllante il Palermo F.c.. Ovviamente come vi abbiamo anticipato l’ex vicepresidente rosanero non si fermerà qui come anche lui ha affermato nel comunicato uscito ieri in tarda serata nel quale dice correttamente che valuterà insieme ai suoi legali. Ma come continuerà la sua battaglia legale?

Respinto il ricorso di Di Piazza, adesso si potrebbe procedere con la cessione

Abbastanza semplice da dire e da spiegare. Entro quindici giorni da quando è stato rigettato il ricorso, quindi dal 16 dicembre perché il giorno precedente non si conta, l’ex vicepresidente e socio di Hera Hora, attraverso i suoi legali, ci sentiamo di dire, presenterà un reclamo allo stesso tribunale del capoluogo etneo per provare a veder accolte le proprie ragioni.

Le scadenze …

Il tutto dovrà avvenire quindi entro e non oltre il 31 dicembre.
Difficile, anzi impossibile, dire quante possibilità abbia Di Piazza di veder accolte le proprie tesi. Di certo però quanto messo nero su bianco dal giudice del tribunale etneo è stato decisamente tranchant e sembrerebbe lasciare ben poco spazio a possibili ribaltamenti anche se va detto che la prossima sarà una decisione collegiale. Oggi pare difficile, difficilissimo che l’eventuale reclamo di Di Piazza possa sovvertire l’esito negativo dell’ordinanza di rigetto del sequestro cautelare. Anzi il tribunale di Catania ha non troppo velatamente fatto capire che possono sussistere profili di responsabilità per l’italo americano.

Palermo, niente sequestro: arriva la risposta di Di Piazza

Inutile negarlo, alla luce di quanto deciso dal giudice Chiara Salamone, il manico del coltello, che era tra le mani dell’ex vicepresidente, è decisamente passato tra quelle di Dario Mirri. Bisognerà vedere se deciderà di “usarlo” o se si tenterà di trovare un accordo tre le parti. Di certo se la base di partenza è la richiesta messa nero su bianco da Di Piazza e i suoi legali di 11,9 milioni di euro non crediamo esista la benchè minima speranza di ricomporre la vicenda. A quel punto si proseguirà nelle aule del tribunale, questa volta di Palermo, cui toccherà nominare un perito per la valutazione delle quote.

 

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