Delio Rossi

E’ il 23 novembre 2009, e dopo prestazioni davvero deludenti Maurizio Zamparini decide di esonerare Walter Zenga. A seguito di una valanga di nomi da poter scegliere per la guida della panchina rosanero, il patron ha deciso. Delio Rossi è il nuovo allenatore del Palermo. Con il suo arrivo la squadra ottiene risultati convincenti, facendo registrare un buon possesso palla e buona organizzazione in fase offensiva e difensiva. La squadra resta per diverse giornate al 4º posto, ma nel finale del campionato è scavalcata dalla Sampdoria. La dirigenza rosanero decide di confermare l’allenatore ex Lazio anche per la stagione seguente. Proprio in quest’ultima il Palermo raggiunge la finale di Coppa Italia, poi persa contro l’Inter.

Ai microfoni de “Il Secolo XIX”, Delio Rossi ha rilasciato un’intervista ove ripercorre parte della sua carriera di allenatore e tratta lo scontro fra Salernitana e Sampdoria, entrambe sue ex squadre.

LE PAROLE DI DELIO ROSSI

Sulla partita tra Samp e Salernitana Delio Rossi ha espresso chi è, a suo parere, la favorita: “Credo senza dubbio la Sampdoria perché dal punto di vista tecnico è di qualità generale ha una rosa e una società più attrezzate. Poi ovviamente nel calcio ci sta tutto ma non partono ad armi pari, la Sampdoria per me è più forte quindi se va come deve andare ha più chance di vincere”.

Sulle difficoltà di Roberto D’Aversa ha detto: “È il nostro mestiere, capita abbastanza sovente d’essere appesi a un risultato. D’Aversa non dimenticate che l’ho avuto anche come giocatore quando allenavo il Pescara e gli sono affezionato anche per questi trascorsi. Dico che è molto preparato, quindi sicuramente sa come affrontare questi momenti e come preparare la squadra nel modo migliore senza sentire troppo le pressioni del momento attuale“.

Sull’esonero dalla panchina della Samp ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Riaprite una ferita che sanguina ancora. Credo che nella mia carriera non essere riuscito a correggere quella navigazione sia il rammarico più grande che mi è rimasto. Non era una società sbagliata né una squadra sbagliata, avevamo fatto bene l’anno prima quando ero subentrato in corsa. Poi, l’anno dopo non siamo partiti bene e come spesso accade è successo il patatrac. Ma ripeto, è il rammarico più grande se mi guardo indietro, potevamo fare bene secondo me”.

Infine l’allenatore ex Palermo ha dichiarato di non essere tifoso di nessuna delle sue ex squadre: “Sono orgoglioso di quegli anni e dei risultati avuti in C, in B e poi in A. Ma dire che sono tifoso è sbagliato: io quando vado in un club sento sempre un’appartenenza a quel club come se fosse il Real Madrid, quindi se mi definissi tifoso farei un torto a tanti altri club a cui sono rimasto molto legato come alla Sampdoria“.

LEGGI ANCHE

Catania udienza pre fallimentare: decisione rinviata a metà dicembre

Rino Foschi: “Roma società seria. Mourinho? Vi dico la mia”

Dalla Paganese alla «partitissima», per il Palermo è un mese verità

SEGUICI SU FACEBOOK | INSTAGRAM | TWITTER

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui