Contro la Juve Stabia il Palermo giocava per la continuità e per la classifica. Ma sopratutto, per non gettare alle ortiche un derby che sapeva di rinascita, quanto meno dal punto di vista morale. Proprio la classifica, ancora parecchio deludente, trovava possibilità di “nuova vita” da questa gara, che i rosanero interpretano bene almeno nei primi 25 minuti. Diciamo la verita, non è che sia cambiato molto sotto il profilo del gioco: La squadra di Filippi, non inganni il cambio di modulo passato dal 3-4-3 al 4-3-3 o 4-2-3-1 di Boscaglia, ha mantenuto oggi la stessa fiosionomia del tecnico gelese: pressing alto e buona manovra offensiva.

Palermo a due volti

Almeno, fino a quando non venissero fuori anche i difetti proprio di quella stessa squadra che fino a due settimana fa era di mano “boscagliana”: un tiro concesso all’avversario e un gol dopo un dominio che è durato per almeno 25 minuti. durante gli stessi, i ragazzi di Filippi hanno creato almeno 3 o 4 occasioni più il gol di Luperini al 6′, che nasce dal pressing asfissiante dei centrocampisti rosanero sui portatori di palla delle vespe. Per carità, nessuna colpa c’è nel concedere un tiro in 45 minuti, per’altro dalla lunga distanza. Se mai, non ce ne voglia Pelagotti, qualche problemino c’è ancora un volta per il portiere ex Brescia, che è sembrato essere in ritardo su un pallone non irresistibile. Diciamo che si trattava semplicemente di compiere una parata discreta, andare oltre il compitino, e neanche di tanto.

De Rose fantasma

Non ci è riuscito il numero 1 del Palermo. L’1-1, invece, si scrive sul tabellino dello stadio Renzo Barbera, che ha “assistito” da quel momento in poi ad una partita senza colpi di scena. I padroni di casa si sono abbattuti e alla Juve Stabia andava pure bene così. In generale, dopo il gol del pari ed esclusi gli ultimissimi attimi del primo tempo, la squadra di Filippi ha condotto un gioco molto spezzettato, a scavalcare spesso un centrocampo forse troppo orfano di De Rose, che pure era in campo. Luperini, bene nei primi 25 minuti come tutti i suoi compagni, è scomparso piano piano. Pochi palloni giocabili per Lucca, mentre Silipo ha dato adito ad una serie di spunti niente male.

Secondo tempo allo sbaraglio

Il secondo tempo comincia malissimo per i siciliani, che sbandano totalmente su un contropiede concluso alla perfezione da Fantacci, che in estirada la butta dentro per il gol che ribalta il risultato. Filippi cerca di correre ai ripari e fa entrare Santana, Crivello e Somma cambiando modulo dal 3-4-3 al 4-3-3 con un terzino più autentico. Dopo il gol, subito praticamente al secondo tiro in porta, i rosa reagiscono e mettono sottopressione la Juve Stabia, che tiene. Al 63′ assist di Accardi per Somma, che da pochi passi scarabocchia a lato. Tanta pressione, tanti calci piazzati conquistati, ma sono ancora i gialloblù a colpire: al 66′ è Marotta a siglare l’1-3.

Penuria di obiettivi, di nuovo mediocrità

Palermo che scivola ancora nel limbo della mediocrità, ancora una volta quando gli si chiedeva una vittoria decisiva per avvicinarsi alle posizioni più alte. Una sconfitta che brucia e diventa clamorosa quando ancora Marotta, su un’incomprensione inspiegabile di Palazzi, trova il gol del 4-1. All 84′, Luperini fa doppietta regalandosi così la gioia personale della doppietta, cosicchè almeno lui può tornare a casa felice. Nessun salto di qualità, anzi, un netto passo indietro dopo il derby che a questo punto sa tanto di illusione. Un risultato anche troppo severo, ma se su 4 tiri in porta gli avversari fanno 4 gol, vuol dire che non funziona particamente quasi nulla, niente di meno che il reparto difensivo, completamente sbandato oggi. Una sconfitta che rovina i piani, se mai ce ne siano stati in questa stagione schizofrenica dei siciliani.

Vittoria nel derby un caso

Pelagotti non para, la difesa non funziona, il gruppo adesso è armonioso ma non basta; Non cela i problemi tecnico-tattici evidenti di questa squadra. i 4 gol su 4 tiri, vogliono dire che le occasioni erano fin troppo semplici per fallirle. Ed effettivamente così è andata, in tutti e quattro gli episodi. Adesso lavorare, cercare di fare bene e giocare anche con relativa tranquillità, visto che forse non c’è più molto da chiedere a questa stagione. Un 2-4, che pone domande e problemi, pone incertezza su chi sia allora il vero responsabile ora che Boscaglia non c’è più sotto il cielo del capoluogo. Forse la vittoria di Catania è stato un caso, uno dei tanti in questa stagione pazza.

 

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