Ferma la volontà da parte della ministra Azzolina, di riprendere l’attività scolastica in presenza, anche al 50%, questo è quanto emerge dall’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano.

Arriva la conferma da parte del Ministro dell’Istruzione che si tornerà regolarmente a scuola il 7 gennaio. Una volontà che nasceva anche a dicembre ma che ha rispettato il volere delle Regioni. Così come si sarebbe voluti ritornare presto ad un 75% in presenza, ma si è accolto il suggerimento di abbassare la presenza dei ragazzi in classe.

La domanda che sorge spontanea è questa: se aumentano i contagi? Risponde così la ministra: “Tutte le decisioni richiedono la prudenza che finora ci ha guidati. Continueremo a seguirla. È chiaro però che se in questo momento sale la curva dei contagi non può essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi“.

La ministra difende la scelta di tornare sui banchi di scuola, sottolineando che con le scuole chiuse è più facile che i ragazzi non stiano a casa h24. La scuola è un luogo protetto e con regole da rispettare – afferma il ministro Azzolina -. La scuola ha fatto la sua parte e le misure di contenimento del virus, occorre ricercarle da altre parti, aggiunge in polemica.

Ma sui dati dei contagi nelle scuole ribatte: “Li abbiamo raccolti anche se non era nostro dovere: ho voluto farlo, volevo il doppio controllo e hanno sopperito alle mancanze delle Asl che erano in affanno. Poi, come è giusto, li abbiamo dati all’Istituto superiore di sanità, quindi al ministero della Salute, perché non abbiamo le competenze per lavorarli. Possono farlo gli scienziati. Continueremo a fare così“.

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