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Palermo – Non c’è tempo per pensare a chi lascia, i pensieri sono e devono essere altri in questo momento. L’abbandono di Di Piazza che due giorni fa in tarda notte ha scosso le teste di migliaia di tifosi palermitani nel mondo, non può distogliere il mondo rosanero dall’obiettivo più importante, il cui raggiungimento non dipende certo dalla presenza o meno di un socio che fino ad ora ha parlato tanto e fatto poco.

Ma le motivazioni noi non le sappiamo, non conosciamo le dinamiche interne dell’addio e non immaginiamo neanche cosa possa essere successo nelle ultime ore tanto da spingere l’italo-americano a rinunciare. Le cose non andavano bene da tempo, dal finale di stagione si è aperta una ferita che non solo non si è più mai ricucita, ma che nessuno realmente ha voluto più ricucire, né da una parte né dall’altra. Ma adesso non ci sarebbe errore più grande che rituffarsi nel passato e credere che una crepa societaria possa influire sulla fluidità di tutta quanta la macchina Palermo.

Una notizia che fa rumore

I tifosi del Palermo non facciano questo errore. E’ comprensibile che la notizia faccia più rumore del silenzio, come quella arrivata ieri in tarda serata, ma la rottura c’è sempre stata, da tempo, così come il rumore. La notizia va fatta scivolare, perché era nell’aria. Va fatta scorrere perché bisogna pensare da persone intelligenti e capire che il socio Di Piazza è sempre stato, forse, un oggetto misterioso di questo club (forse non per colpa sua?). Che l’integrazione all’interno del progetto centro sportivo fosse solo una copertura? Probabile, oppure, negli ultimi giorni gli animi si sono riscaldati.

I soldi sono tutto nel calcio

Ma la verità è che le cose non andavano bene prima e non vanno bene neanche ora, e non dipende certamente dalla presenza o meno del “mister” Tony. Non parliamo di una società miliardaria e neanche plurimilionaria, quindi gli effetti si riversano poi sulla classifica, che è quella che è. Perché è brutto da dire, ma nel calcio i soldi sono quasi tutto. Dunque il passato sarà uguale al presente e il futuro, è l’unico a poter dare speranze, anche se in questo momento è più nero che rosa, anche questo.

L’addio di Di Piazza non è la fine del mondo

Sembra un make-review di quanto accaduto negli anni passati, ma con una enorme differenza: il Palermo non è da solo, e non è poco. C’è qualcuno dietro, che può anche non avere operato benissimo fino a questo momento, ma che al club ci tiene. Adesso, come in ogni guerra, c’è chi si schiererà da una e dall’altra parte, ma lo spot che vogliamo portare alla fine di questo pezzo è “far scivolare tutto” perché credetemi, non è la fine del mondo l’addio del signor Di Piazza che, tra l’altro, quasi certamente verserà i 3,2 milioni di euro come pattuito tempo fa. Forse… oppure spazio agli avvocati.

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1 commento

  1. Direi che bisogna pensare a chi resta! Non mi sembra che il Palermo sia messo bene. Spero di sbagliarmi ma il proclami che volevano il Palermo in A in tre anni cadranno nel vuoto. Ho paura e non per essere pessimista che di questo passo resteremo in C a lungo.

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