Palermo

Non è solito per noi di TifosiPalermo.it pubblicare lettere inviate da tifosi; oggi, però, sulla nostra pagina Facebook abbiamo ricevuto un commento che ci ha particolarmente colpiti e in cui traspare una forte e sincera emozione. L’emozione di un tifoso che chiede di avere ‘tregua’ e affetto. Di seguito la lettera integrale da noi ricevuta:

Una stagione disgraziata, nata male e che continua ad essere incasinata da situazioni difficili. Se per l’inizio stagione le responsabilità sembrano chiare, per quello che è successo ieri bisogna solo prendersela con la pandemia che ha deciso di venire a conoscere Palermo e lo sta facendo in maniera approfondita, purtroppo.
Come se non bastassero le disavventure calcistiche, ci si mette anche il virus a complicare il cammino del Palermo.
Ieri, quando è scoppiato il focolaio in seno alla squadra, io e molti tifosi come me abbiamo pensato “povero Palermo, pure il virus ci voleva”. Insomma, il termine più usato è stato “mischini”.
Piove sul bagnato e quei 13 che facevano riscaldamento prima della gara facevano tenerezza, sembravano i reduci di un evento che si era abbattuto da poco. Fragili ed impauriti.
Nella fantasia affettuosa del tifoso il Palermo sembra un bambino fragile, per usare il termine bambino citato dal presidente Mirri. Se già era fragile prima che il covid facesse comparsa in viale del Fante, adesso lo sembra ancora di più.
E, forse, in questo momento questa fragilità scatena nei tifosi veri quel sentimento di protezione, di attaccamento e di affetto che i primi risultati avevano incrinato.
La squadra ha bisogno dell’affetto della sua gente, di sentire vicini i tifosi. Di sospendere le critiche giuste ma in questo momento inopportune.
Appartenenza al contrario: non la squadra che deve andare incontro ai suoi tifosi ma i tifosi che, per affetto, devono andare incontro alla squadra.
Il covid ha deciso di sfidare il Palermo: se il Palermo avrà anche il calore dei suoi tifosi vincerà prima questa battaglia.

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