In Sicilia pochissimi tamponi.
Solo la Campania ne fa di meno. Adesso i “saggi” della Regione autorizzano i test attraverso le analisi del sangue.
Via agli esami su chi è tornato nell’Isola.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Al via in Sicilia i test per la ricerca degli anticorpi del coronavirus nel sangue. Meno costosi e più rapidi dei tamponi tradizionali, ma non alternativi. Il comitato tecnico- scientifico della Regione sull’emergenza coronavirus ne ha autorizzato l’uso…
Inizia così l’articolo di Giusi Spica che sottolinea come la misura si rende necessaria perchè la Sicilia è al penultimo posto in fatto di tamponi effettuati. Ragione per cui i medici di famiglia sospettano che ci siano almeno seimila positivi asintomatici non individuati. Ed icontrolli sui rientrati nell’isola vanno lentamente
Per questo si pensa di ricorrere agli esami del sangue e diversi ospedali, come il Policlinico di Catania, quello di Palermo e l’Ospedale Cervello, si stanno attrezzando in tal senso. Un test che andrà eseguito sugli asintomatici.
Dicono gli esperti: “ci sono sufficienti evidenze scientifiche che sorreggono la validità e l’utilità di questi test rapidi in ausilio alla sierologia classica e ai tamponi rinofaringei“.
In 10 minuti sappiamo se hanno gli anticorpi del coronavirus, anche se il test non rileva se sono positivi o no. Per questo, in caso di presenza di anticorpi, si fa comunque il tampone, il cui risultato non arriva in meno di 24 ore.
Il problema dei dati in Sicilia è dunque legato ai tamponi effettuati: se in Italia si stima che i positivi siano sottostimati di 4-5 volte, in Sicilia si pensa che ci siano 8-10 mila positivi rispetto ai 1800 individuati finora. Per questo ancora non bisogna abbassare la guardia con le misure restrittive, afferma il dottor Galvano, segretario regionale della Federazione italiana di medici di medicina generale.
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