Come sono nati i focolai anomali: dai docenti catanesi agli anziani di una casa di riposo.
Scattano due ” zone rosse” nei centri del Trapanese e dell’Ennese con vittime e malati.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Il primo ” focolaio” scoppiato in un albergo di Palermo, il caos nell’ospedale di Sciacca, i contagi a Villafrati. Sono solo alcuni casi dell’escalation anomala di “positivi” al coronavirus in alcune aree dell’Isola.
Inizia così l’articolo di Antonio Fraschilla che ripercorre la storia del virus in Sicilia, iniziata con i turisti di Bergamo all’Hotel Mercure di Palermo, quando anche nel resto d’Italia i numeri erano molto bassi. E scatta in Sicilia il secondo allarme: tre docenti dell’Università di Catania, di ritorno da un convegno a Udine, mostrano i sintomi del virus.
E poi il primo focolaio: a Sciacca. Una dottoressa era stata in contatto con persone di Bergamo. Scatta l’allarme ma sembra tardi: venti tra medici, pazienti e infermieri dell’ospedale dove lavora la dottoressa, risultano positivi al virus
C’è di più: interi reparti vengono messi in quarantena e alcuni pazienti contagiati vengono trasferiti in ospedali vicini. E a loro volta ci saranno altri contagi legati al “focolaio” di Sciacca. Nel dettaglio, sei a Ribera, uno a Santa Margherita Belice, uno a Siculiana e uno a Menfi, scrive Fraschilla..

20 contagiati a Messina in una casa per anziani; ma c’è dell’altro. Al Bonino Pulejo si scoprono ben trenta casi di contagiati tra medici e pazienti. Sia nella casa di cura sia nel noto istituto di ricovero e riabilitazione non si è ancora risaliti al ” paziente zero”.
e sempre sullo stretto l’episodio della comitiva che torna dalle vacanze sulla neve in Trentino.
E poi i casi di Villafrati, della struttura per anziani dove in 16 sono rimasti contagiati.
Mentre ieri è stata registrata un’impennata di contagi anomali a Salemi, nel Trapanese, dove i “positivi” sono ben 15…ma anche ad Agira dove si contano tre morti e nove contagi , scrive Fraschilla in conclusione di articolo.
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