I numeri crescono, il trend sale, il picco non arriva.
In Sicilia ieri si è registrato l’incremento maggiore di nuovi casi: 45. Ma siamo ben lontani dai numeri del Nord.
Eppure si vive sul chi va là, si teme una crescita spropositata: da fonti della Regione, i giorni potrebbero essere questo fine settimana o l’inizio della prossima, quando cioè dovremo fare i conti con l’ondata di siciliani che sono fuggiti dal Nord. Se hanno fatto i bravi e rispettato le regole, forse ci salviamo. Altrimenti inizierà la guerra.
Ed allora bisogna attrezzarsi e resistere. Lo sanno i sindaci del palermitano che stanno prendendo iniziative e misure di precauzione per i singoli paesi.
Si potrebbe definire la guerra dei Sindaci, la resistenza dei Sindaci: nei giorni decisivi per fronteggiare un temuto picco, scattano appelli, divieti, restrizioni, diktat e chiusure.
A Palermo si chiudono i giardini pubblici e si limitano le persone a salire sugli autobus.
A Barcellona Pozzo di Gotto si chiudono la domenica tutti i negozi, tranne farmacie e parafarmacie.
A Monreale si vietano i gratta e vinci ed i giochi a premi come le slot machine
A Bagheria e Villabate si chiudono i panifici alle 14,00.
A Messina si vietano i gratta e vinci e si valuta di chiudere totalmente alcune vie della città.
A San Teodoro (Me) un gruppo di volontari fa la spesa e porta i farmaci agli anziani.

Intanto a livello nazionale, si valutano nuove restrizioni: probabile lo stop ai fanatici della corsetta. Il ministro Spadafora è furioso per le tante violazioni registrate e sta valutando il divieto totale: “Vi avevamo dato una possibilità ma dopo tante infrazioni, ora si sta pensando al divieto assoluto di attività sportiva all’aperto“.
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