Parla Francesco Le Foche, immunologo in trincea contro l’epidemia .
«Anomalia Bergamo: forse paga anche quella gara a porte aperte».
«Il match di San Siro l’episodio più eclatante: migliaia di persone così a contatto».
“Quell’euforia allo stadio può avere favorito una forte replicazione virale”
“prima che lo sport riparta occorrono certezze: la Cina ha dato l’esempio.

Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola.

Oggi l’assillo di Le Foche, quasi un’ossessione, è uno: quella che lui chiama l’«anomalia Bergamo». L’incomprensibile e al momento inspiegabile anomalia planetaria rispetto alla sindrome da Covid 19.
Inizia così l’articolo di Giancarlo Dotto che intervista il dott. Francesco Le Foche, medico immunologo, responsabile del day hospital di immuno-infettivologia del policlinico Umberto I di Roma.
Il medico cerca di dare una spiegazione del perchè proprio Bergamo sia diventata una delle zone più colpite del mondo e prova a studiare la tradizionale vivacità della città in fatto di scambi economici e sociali.
Ma c’è anche un altro episodio che può aver creato tanti contagi: Atalanta-Valencia di Champions League.
Vi riportiamo alcuni passaggi:

“Ci sta. È passato un mese da quella partita. I tempi sono pertinenti. L’aggregazione di migliaia di persone, due centimetri l’una dall’altra, ancor più associate nelle comprensibili manifestazioni di euforia, urla, abbracci, possono aver favorito la replicazione virale..un’espulsione di quantità di particelle virali molto alta e a grande velocità dalle prime vie aree, bocca e naso. Stiamo parlando dell’enfasi collettiva di una partita storica, con molti gol. L’afflato di una tifoseria appassionata come poche. Devo immaginare che a quella partita siano andati quasi tutti, inclusi probabilmente asintomatici e febbricitanti….. Riprendere a giugno? Dubito molto fortemente. Un contesto così socialmente aggregante ed empatico come il calcio è l’antitesi dei comportamenti che si devono avere nell’emergenza sociale di un virus. Una minaccia per definizione…
Molto improbabile dunque il via libera alle aggregazioni prima della fine dell’anno…Di quelle sportive in particolare. Anche perché, se da noi il virus andrà a ridursi, la tendenza è a crescere in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Tutte nazioni che hanno un ruolo centrale nelle competizioni internazionali….Potrebbe essere una soluzione riprendere a porte chiuse”.

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