Il governo chiude le scuole e proibisce i raduni di massa. Però dà l’ok al ritorno in campo Con l’aiuto della Figc
Su il sipario a porte chiuse. Dalle borracce all’esultanza: così cambia la vita dei calciatori.
Serie A senza pubblico fino al 3 aprile. Oggi il calendario del weekend, la grande attesa è per Juve-Inter. Le società dovranno effettuare i test ma è alto il rischio stop al torneo se qualcuno venisse trovato positivo
Per tutti la priorità è finire il campionato
Spadafora: «Ripartiamo se si rispettano le regole»
«Massima attenzione alla tutela del personale. Così lo sport di base e quello agonistico vanno avanti»
“Daremo la possibilità di realizzare competizioni esclusivamente a porte chiuse, dando indicazioni ben precise per la prevenzione sanitaria di tutto il personale . Non è necessario bloccare il territorio purché si rispettino le raccomandazioni. Si intende far continuare lo sport di base e quello agonistico».

Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola

Consultata in anteprima la bozza del decreto, in Serie A hanno capito che giocare senza pubblico è diventata l’unica opzione (non c’è più spazio per i rinvii). A quel punto si sono concentrati sull’organizzazione del calendario. Ma non sono mancate discussioni accese come ci scrive nel suo articolo Pietro Guadagno.

Il governo ancora non si era esposto ufficialmente, così un Lotito agitatissimo, oltre ad entrare in rotta di collisione con Percassi per il collocamento di Atalanta-Lazio, ha anche provato a insistere per le porte aperte, laddove possibile (quindi pure a Roma), facendo valere le disposizioni dei prefetti locali. .. Poi, finalmente, è stato recepito che l’unica possibilità per concludere il campionato era quella delle porte chiuse. ..Calcio e Lega, tuttavia, chiederanno un contributo economico al governo per attenuare l’impatto dei mancati incassi.

Ed anche il vulcanico Zhang jr.si è poi espresso favorevolmente: «Giocare a porte chiuse è la scelta più giusta per far sì che la gente non rischi – ha affermato alla Bbc -. La salute pubblica passa sopra ogni cosa. È difficile immaginare gli stadi chiusi, ma in questo momento è l’unica opzione percorribile».
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