Catania

Una situazione insostenibile per i tifosi rossoblu, che vedono giorno dopo giorno precipitare la loro squadra del cuore, il Catania, in un baratro in cui difficilmente si può riemergere, e i “cugini” palermitani questo lo hanno provato sulla loro pelle.

E gli appelli d’unità e di sostegno reciproco di un’intera tifoseria, si susseguono sui social, incessanti, e con un grido disperato tanti tifosi lanciano un allarme affinché non venga disperso un intero patrimonio calcistico e affinché la piazza possa restare unita e fare il bene del Catania.

Ecco il post pubblicato dalla pagina facebook “La domenica allo stadio“:

Salviamo il Catania. Quel Catania a cui ho dedicato la mia vita intera, sacrificando le cose più care. Il Catania che ho tatuato sulla pelle, che mi è costato ferite. Non quelle che si scrivono tanto per ma quelle vere. Cicatrici sulla pelle come medaglie di una dedizione assoluta per la Fede. Salviamo il Catania. Questo. Che sa di me e di Noi, il Catania di Fabrizio. Insultarli non serve a nulla. Sono dei disperati il cui tempo è finito. Non lo salviamo urlando rabbia nei cori. Lo salviamo urlando il suo nome, Catania, in alto fino al cielo e raggiungendo chiunque oggi possa salvare una Storia che è mia e di una intera Comunità che ci ha creduto. Atletico del domani non mi interessa. E forse non mi interessa lo Sporting Catania del 21 secolo. Il Catania è vivo. Il Catania respira. Dobbiamo fare di tutto perché non muoia. Con loro fallisce, questione di tempo. Lo sanno anche i muri. Proviamo insieme, tutta la città a scendere per le strade e fare in modo che Catania reclami il domani per il Suo Catania. Non si seppellisce una Storia che sia pure con difficoltà enormi ancora respira. È la nostra Storia lo ripeto. Salviamo il Catania, in corteo, chiediamo a gran voce questo cambio di proprietà e di uomini. Facciamo oggi quel che va fatto per evitare il rimorso di non avere fatto ancora abbastanza. Salviamo la nostra memoria ed i nostri ricordi. Svegliamoci da questo torpore e da questo incubo. Noi possiamo se insieme lo vogliamo. Michele.”.

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