Non poteva essere tutto “rose e fiori”. Siamo arrivati in quel momento in cui tra le critiche pesanti e la comprensione di un momento difficile (che ci può anche stare) da parte dei tifosi, passa una linea sottilissima, quasi invisibile, che può spezzarsi. Questione di poco, di una partita, di 3 punti.

Questione di una partita, la prossima forse, quando il palermitano potrà decidere finalmente quale delle due strade imboccare prima. Ma a questo punto ci chiediamo: Questa indecisione è corretta? Dopo 10 vittorie di fila e appena 2 passi falsi, è corretto trovarsi in questa situazione? E qui può partire la nostra analisi.

Diciamo la verità, il Palermo non esprime un calcio sensazionale, anzi diciamo che non ci va minimamente vicino ad esprimerlo. Sono almeno 5 o 6 le partite nelle quali la squadra di Pergolizzi ha vinto, più che giocato e spieghiamo: la vittoria è arrivata per un guizzo sul finale, quando il pareggio sembrava già scritto. Una punizione, un calcio da fermo, un pallone che prima c’è e poi non c’è più e poi spunta dentro la rete e ci riferiamo, in quest’ultimo caso, al gol di Lucera alla prima giornata contro il Marsala (tra mille polemiche). Poi ci spostiamo a Nola, dove solo un gol fortuito di Lancini ha permesso ai rosanero di non lasciare 2 punti per strada e ancora, potremmo continuare: a Messina una punizione magistrale di Ficarotta salva il Palermo e i 3 punti, celano ancora una volta la vacuità della prestazione.

Oggi, quel fantomatico gol, non è arrivato e il Palermo è inciampato. Tutto nella norma insomma. Non c’è una vera e propria sorpresa in tutto questo “innovativo” scenario, che innovativo non è, neanche lontanamente. Non c’è da meravigliarsi, perchè semplicemente quel “colpo” che arrivava negli ultimi 15 minuti di gara (sopratutto in trasferta) questa volta non è arrivato, punto. Non c’è da fare i moralisti o costruire assiomi. Soltanto in casa e non sempre, ci vien da dire, si è visto un gioco talvolta superiore a questa categoria, poi il nulla, anzi, le vittorie sì, ma sporche, di quelle che non durano per sempre e il Palermo oggi lo ha dimostrato.

Dopo l’analisi, la conclusione. E qui ci riallacciamo al nostro “Incipit”. Nulla di grave, ma prevenire è meglio che curare, perchè continuare così significa dare linfa alle inseguitrici e alimentare le loro speranze. “Inseguitrici”, avete capito bene, non più squadre che conducono un campionato alla ricerca del 2° posto, come qualcuno poteva ipotizzare.

Questo vale per la squadra, ma il tifoso? Allora ecco andare a ritroso, all’appellativo di questo nostro articolo. Palermo è una piazza importante ed esigente, lo è sempre stata e quel “vaso di sopportazione” che contraddistingue il tifoso, si riempie troppo velocemente, fino a traboccare, ad esplodere. Bastano 2 o 3 passi falsi. Poi ci sono delle ideologie standard, come il fronte Pergolizzi: anche se i rosanero vincessero 38 partite su 38, qualcuno storcerebbe il naso su di lui, figuriamoci se ne perde 1 e ne pareggia un’altra consecutivamente. E se perde la 3°? Trabocca il vaso, se per qualcuno non è già così.

La squadra: elogiata, rincuorata, applaudita, ma siamo già sul polo opposto, in un attimo. Siamo giunti ad un punto infernale e al Palermo converrà vincere se non vorrà vedere la gente schierata o da una parte o dall’altra, purtroppo.

Con affetto, Manuele Nasca.

 

1 commento

  1. Anche la Palmese così come il Savoia, ha neutralizzato le fonti di gioco del Palermo attuando il pressing sui portatori di palla vicino l’area del Palermo. Pergolizzi, dopo la partita con il Savoia avrebbe dovuto mettere in atto dei correttivi all’ impostazione delle azioni di gioco.

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