Palermo

Decisione della quinta sezione civile del Tribunale.
A prendere le redini sarà La Croce, che ha svolto l’ispezione sui conti.

Fuori tutti. Nel vecchio Palermo non c’è più spazio nemmeno per Tuttolomondo.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, che ci informa che ieri il tribunale ha commissariato la società condannando il presidente Bergamo e l’ex presidente De Angeli al pagamento delle spese processuali che si aggirano intorno ai 5000 euro cadauno.

A prendere le redini della u.s. Città di Palermo, scrive giornale, sarà il commercialista dottor Giovanni La Croce che nelle scorse settimane ha svolto una ispezione sui conti, nominato proprio dal tribunale e che svolgerà l’incarico per i prossimi 12 mesi.
Probabilmente però la vicenda arriverà ad una conclusione in molto meno tempo anche perché, nelle sue relazioni precedenti proprio La Croce non era stato tenerissimo ipotizzando la bancarotta per Zamparini per aver violato, scrive il giornale, la par condicio creditorum, uguale trattamento fra i creditori.

Sempre nella sua relazione il commercialista ha evidenziato l’inesistenza del credito fiscale utilizzato dai Tuttolomondo per pagare parte dei debiti del club definendo il Palermo un club in stato di insolvenza.

La quinta sezione civile del tribunale sembra non avere dubbi sulla fondatezza dei sospetti e su tutto quanto accaduto negli ultimi anni intorno alla società che ha prodotto plusvalenze in misura scorretta, sottraendo risorse indispensabili all’equilibrio dei conti perché, scrive Giardina, hanno condotto al rimborso di finanziamenti al socio, ovvero sempre a Zamparini, e non verso terzi che avrebbero avuto la precedenza.

Del tutto fittizia viene ritenuta l’acquisizione dei presunti crediti fiscali del valore di 5,8 milioni attraverso cui i Tuttolomondo hanno cercato di compensare i debiti verso il fisco. Queste ed altre le motivazioni con cui la FIGC aveva chiesto il commissariamento quando ancora il Palermo era in lotta per la serie A.
Aver nominato un amministratore, scrive in conclusione di articolo Giardina, toglie il controllo del club ad Arkus network, su cui vendono peraltro le istanze di fallimento di procura, calciatori e creditori.
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