Mirri ha reso noto il suo piano triennale per rilanciare le sorti del Palermo. Il piano, che è ovviamente stato precedentemente consegnato al sindaco e valutato dallo stesso Orlando con i suoi consiglieri, prevede dei punti molto interessanti, soprattutto di organizzazione, sviluppo e valorizzazione del territorio palermitano.

L’introduzione del progetto Mirri – Di Piazza si apre con “Il manifesto”: un riassunto di tutte le componenti fondamentali che faranno parte del piano per rilanciare i rosanero.

Al primo punto Mirri esordisce così: “Crediamo in una rivoluzione etica, votata alla trasparenza e alla partecipazione. La nostra società sarà aperta alla condivisione con i tifosi e con l’Amministrazione comunale, attraverso l’istituzione di un azionariato diffuso per il controllo del 10% della società, la nomina in favore dell’amministrazione comunale di un componente del collegio sindacale, la costituzione di un comitato di consulta composto da tre membri: uno in rappresentanza dei tifosi stessi (a partire dal soggetto intestatario della quota di azionariato diffuso), uno in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale su nomina diretta del Sindaco di Palermo e uno nominato dalla società proprietaria del Palermo. Tali elementi fondanti lo statuto della nostra nuova società Palermo non potranno mai essere eliminati o sostituiti poichè non modificabili di fatto e rimarrà dunque in eredità per sempre nel Palermo”.

Una garanzia dunque lasciata in regalo alla città di Palermo. Una garanzia che dovrebbe assicurare che mai più si verifichino situazioni drammatiche, sportivamente parlando, come quella che abbiamo vissuto fino a ieri. Al secondo punto del suo progetto si evidenzia Garanzia e Territorio: “Uno staff di imprenditori sani, radicati da oltre 50 anni nel tessuto di Palermo, dove da sempre sono stati e sono esposti e dove coltivano il futuro non solo imprenditoriale del proprio business ma anche le radici di una storia familiare antica che guarda al futuro. Lo stesso attaccamento alla città, nella sua forma più viscerale e identitaria, si riflette sulla storia calcistica del Palermo: con essa la storia della famiglia Barbera si è mescolata nei decenni, fino a una naturale identificazione tra i due percorsi, segnati per sempre da valori, emozioni e passioni sempre vive”.

Al terzo punto si denota la figura di Sagramola. Nel punto Competenza e Affidabilitànel progetto si legge: “Nel progetto spicca la figura professionale di Rinaldo Sagramola, già artefice, da amministratore delegato, degli 8 anni migliori della storia calcistica del Palermo, tutti nella massima serie, con diverse qualificazioni nelle competizioni europee e una finale di Coppa Italia. Un’esperienza specchiata e trasparente di oltre quarant’anni nel management calcistico ad alti livelli e la certezza di poter scalare le categorie nel minor tempo possibile per riportare in tre anni il Palermo in Serie A”.

Al quarto e ultimo punto del Manifesto, abbiamo Sviluppo e Identità: “Vogliamo porre le fondamenta per la fioritura di un intero sistema sportivo palermitano a partire dai valori che ispirano il nostro progetto, con le migliori energie del territorio da coltivare e valorizzare con strumenti concreti: la realizzazione finalmente di un nuovo centro sportivo che sarà la “fabbrica” di eccellenze da cui verranno fuori i gioielli di un rinnovato modello di sviluppo giovanile; il lancio di un progetto concreto di internazionalizzazione del brand Palermo, che trasformi in un asset virtuoso l’identificazione tra la città e la squadra di calcio per generare valore e investimenti per entrambi, in un momento propizio per la circolazione turistica del brand territoriale in tutto il mondo; un cambio di passo culturale che agisca sull’autostima di un’intera collettività: Palermo città del fare (e del fare bene!) contro una dannosa tendenza all’inerzia o, peggio, al fatalismo e al disfattismo”. 

Il piano prosegue poi con approfondimenti sulla valorizzazione dei giovani, la creazione delle giovanili, l’obiettivo di rilanciare il Palermo fino alle categorie più elevate e soprattutto il piano del marketing, tanto caro a tutte le società. Mirri per altro, per via della sua lunga esperienza alla guida della Damir appare il profilo più indicato a scegliere i canali migliori per pubblicizzare nel mondo (come si evidenzia dal progetto) il marchio del Palermo.

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