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Quanta amarezza per una partita di pallone! Chi non segue il calcio sorride, ma dopo la sconfitta del Palermo a Pescara, un senso di tristezza mescolata a rabbia serpeggia nel cuore dei i tifosi rosanero.

Se è pur vero che nulla è ancora perduto, la paura pian piano comincia a prendere il sopravvento. Questo campionato somiglia sempre più sinistramente a quello dello scorso anno che condannò la squadra rosanero alla terribile lotteria dei rigori ed una finale contro il Frosinone che brucia ancora.

Il pessimismo non aiuta in questo momento, ma è difficile mantenere i nervi saldi, soprattutto dopo una gara persa in contro rimonta e dopo avere giocato un ottimo primo tempo, forse il migliore di tutta la stagione. Le gare però durano fino a quando l’arbitro non fischia la fine, la mancanza di continuità e l’incapacità acquisita di non saper chiudere le partite hanno consentito agli abruzzesi prima di pareggiare, poi di chiudere i conti a loro favore.

Manca il cinismo della grande squadra, probabilmente il timore di non farcela manda in tilt i giocatori rosanero, che non riescono più a concretizzare le azioni da gol, un limite che sta probabilmente condannando il Palermo a disputare gli odiati playoff. Stellone prepara tabelle ed annuncia che il destino dei suoi ragazzi è tutto nelle loro mani, che il campionato lo vincerà chi avrà più testa e più cuore. Va da sè, dunque, pensare che le tabelle nel gioco del calcio servono a poco, se poi manca la voglia di vincere, la determinazione e l’entusiasmo che fa gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Questa squadra, che ha totalizzato appena 13 punti in 11 giornate, trasmette tristezza, inquietudine, sembra essere avvolta da una nuvola mista di rassegnazione ed impotenza che non fa bene a nessuno. Mentre Brescia e Lecce volano sulle ali dell’entusiasmo, non si può non ammettere che a questo organico mancano probabilmente alcune pedine fondamentali in difesa, a centrocampo ed in attacco che dovevano arrivare a genanio. Le note vicissitudini societarie erano talmente gravi da prendere il sopravvento su qualsiasi altra cosa, il calciomercato pertanto è stato per davvero l’ultimo dei pensieri per la dirigenza rosanero.

Dall’inizio del girone di ritorno si sta ripercorrendo lo stesso identico maledetto copione dello scorso anno, stessi interpreti e stesso atteggiamento da parte della squadra. Eccezion fatta per Rino Foschi, che ha cercato e sta cercando in tutti i modi di proteggere la squadra da tutto e da tutti.

Mestamente si prepara la prossima delicatissima gara contro il Verona, partita da dentro o fuori, i tifosi cercano di aggrapparsi ad ogni speranza, perché mai come quest’anno la promozione è così importante. Sullo sfondo si profila minacciosa l’ombra della fine, la società è arrivata ad un bivio e la responsabilità è da ricercare nella gestione societaria da parte della proprietà che dilapidato gli anni di successi riuscendo ad oscurare una stella  nascente che si chiamava Palermo.

Per tanti anni i tifosi hanno sognato, emozioni indelebili e forse irripetibili che restano nel cuore, ed è proprio per questo che è davvero difficile per la gente capire ed accettare il lento declino del club ed i problemi che oggi l’affligono. Stare uniti alla squadra è sicuramente la scelta più saggia che tifosi devono fare, ma anche i giocatori, il tecnico e tutto l’entourage devono fare la propria parte: per il loro orgoglio, per non tradire il popolo rosanero, ma soprattutto per non tradire sé stessi.

 

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