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Alla vigilia di Palermo-Foggia gli animi rosanero continuano ad essere surriscaldati. Da tempo ormai non si parla quasi più di calcio giocato, la ridda di voci che si susseguono sulle ben note e tristi vicende societarie tengono banco e continuano a dividere i tifosi.
La tifoseria è sempre più lacerata fra chi non spera più e chi invece vuole credere ad un nuovo corso che ridia un progetto tecnico al club. In mezzo i giornalisti, accusati da più parti di contribuire a destabilizzare un ambiente già di per sé molto depresso.

La verità è che nessuno conosce le reali dinamiche che stanno dietro alla decisione che ha portato Zamparini a voler cedere la Società, incredibilmente per 10 euro, a questa cordata inglese. A fare chiarezza, come è logico che sia, ci penseranno la Procura e gli organi della Lega calcio preposti al controllo. Nel frattempo, però, parlano le carte e su quelle nessuno può dire nulla. E parlano anche i protagonisti di questa vicenda attraverso i canali social ed i comunicati stampa ufficiali. Il quadro che emerge non è certamente rassicurante, la situazione appare confusa e nebulosa.

Mettersi la testa sotto la sabbia e fingere che tutto vada bene non serve, come non serve cercare un capro espiatorio al di fuori di coloro che sono i veri responsabili di quello che sta accadendo. L’ipotesi che possa verificarsi quanto accaduto lo scorso anno a Bari è probabile, nessuno ovviamente ne ha la certezza, ma chiunque ha veramente a cuore le sorti del Palermo calcio, in questo momento, non può permettersi di abbassare la guardia.

Ieri al Tenete Onorarato circa 200 tifosi hanno manifestato chiedendo rispetto: DUECENTO TIFOSI!
Ohibò! Tutto qua? E dove sono i 40.000 di Roma? Qualcuno potrebbe pensare che c’è una disaffezione verso la squadra per colpa di Zamparini. Si, ci può stare. Ma Palermo non è Cittadella, con tutto il rispetto per la piazza veneta. E anche se per alcuni questa spiegazione è più che plausibile, guardiamoci tutti negli occhi e diciamocela la verità, quella vera s’intende, che riguarda la tifoseria palermitana.

Purtroppo questa città soffre di un male antico che si riflette irrimediabilmente anche nella vita quotidiana: manca nella maggior parte dei palermitani il senso di appartenenza e l’amore verso questa città.

Salire sul carro dei vincitori è molto più facile e semplice che lottare per un ideale, come è molto più comodo offrirsi al padrone di turno. Ed è la nostra storia che lo racconta. Da secoli questa città è un crogiuolo di razze, dominazioni straniere che si sono succedute con il beneplacito di chi ha ottenuto privilegi in cambio di servilismo. Lo descrive bene Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo capolavoro “il Gattopardo”. Inutile giraci attorno, il problema non  è Zamparini, Facile, i giornalisti. Il problema siamo noi palermitani, divisi da sempre da interessi personali, incapaci di far fronte comune per tutelare il bene collettivo.
Questo vale nella vita di tutti giorni, quanto nel calcio. Ci sono gli “eroi” che lottano e soffrono per cambiare le cose. I “Don Chisciotte” che nonostante tutto continuano disperati a lottare contro i mulini a vento, ma l’indifferenza uccide più della rabbia e dell’orgoglio.

Come finirà questa vicenda legata al Palermo calcio, lo sapremo a breve. Intanto chi aveva interesse a dividere ancora di più i palermitani, vede il suo piano andare a gonfie vele; la guerra fratricida continua, senza esclusione di colpi. Tifosi contro tifosi e giornalisti definiti terroristi, tutti senza distinzione alcuna, invitati a mettersi un bavaglio in bocca, mentre l’artefice o gli artefici di questo disastro calcistico continuano a tessere la loro ragnatela.

Domani si giocherà Palermo-Foggia, in un clima a dir poco surreale, al Barbera, c’è da scommettere, saremo i soliti pochi intimi. Nessuna polemica perché è giusto e sacrosanto che ognuno faccia ciò che sente nel cuore. Ma prima di lanciare accuse e sospetti sarebbe opportuno che ognuno di noi – tifosi, giornalisti e palermitani tutti – si passasse la mano sulla propria coscienza.

E Forza Palermo sempre
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8 Commenti

  1. Condivido in pieno tutto il tuo articolo. Il bene comune, in questo caso il Palermo calcio, in città non interessa, qui nel caso della squadra Palermo, invece di fare fronte comune, non interessa nulla. Filo Zamparini o anti Zamparini non si è capito che l’unico interesse è il bene della squadra e di conseguenza del Palermo. I presidenti, i giocatori ed allenatori passano, ma la società resta. Se poi abbandoniamo perché teniamo di più alle strisciate o alla Roma Napoli che sia, chiudiamo baracca e burattini e pensiamo ad altro.

  2. Andate on curva e vedete perché si litigavano le fazioni. Non sono tifosi. I veri tifosi sono gli altri. Un coro in alto ed uno in basso …facciamo ridere. È vero ognuno tira ai propri interessi.

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