Gli episodi vergognosi che si sono verificati domenica sera a Milano, sia fuori che dentro lo stadio, consentono alcune brevi riflessioni sulle contraddizioni del calcio italiano. Quest’estate l’esempio di incapacità ci è stato dato dalle vicende che hanno accompagnato il campionato di Serie B.
La partita di San Siro fa emergere contraddizioni e ipocrisie già note ma che soltanto quando si verificano episodi forti o anche luttuosi raggiungono la ribalta della cronaca. Rispetto ai cori razzisti di cui è stato vittima il calciatore napoletano Koulibaly, il mondo del calcio sembra spaccarsi e contraddirsi contemporaneamente.
Il presidente Gravina che inizialmente sembrava propenso ad una sospensione del campionato(per il lutto) qualche giorno dopo dichiarava che sarebbe stato un segnale di resa.
Rispetto invece ai cori razzisti, gli allenatori italiani si dividono sulle dichiarazioni di Carlo Ancelotti che al termine della gara aveva dichiarato di aver chiesto per tre volte la sospensione della partita e che dal prossimo episodio in poi avrebbe agito da se ritirando la squadra.
Dichiarazioni forti, certo, dettate probabilmente dalla rabbia e anche dalla tristezza nel vedere il suo giocatore maltrattato. Però gli allenatori italiani non sono tutti d’accordo con Ancelotti.
Soprattutto Allegri e Gasperini la pensano diversamente: per Allegri soltanto l’ordine pubblico può sospendere una partita, mentre per Gasperini sospendere la partita è soltanto una grande stupidata.
La pensano diversamente invece Di Francesco, Gattuso, Pippo Inzaghi, Simone Inzaghi e Mazzarri. Di Francesco ha dichiarato totale appoggio alle parole di Carlo Ancelotti, per Gattuso sono solo quattro imbecilli, Prandelli invece dichiara che se succede ad un suo giocatore lo va ad abbracciare in campo.
Contraddizioni anche nel mondo della politica con Salvini contrario alla chiusura degli stadi e Conte che suggerisce una pausa di riflessione; il presidente del Coni invece dichiara che fermarsi sarebbe stata una resa. Forti contraddizioni nel mondo della politica. Ma quello per loro è il pane quotidiano. Urlano affinchè tutto resti immutato. E la gente muore…

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