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C’era un bambino, si chiamava Jacob, aveva 9 anni. Era malato da 4 anni e non sarebbe vissuto a lungo. Era il mese di novembre dello scorso anno quando i medici annunciarono ai familiari la morte imminente. Decisero di festeggiare il Natale in anticipo per fargli vivere quel giorno, quel momento particolare che per tutti i bambini è un momento di gioia. Jacob del resto era ricoverato da tanto e non sapeva in che mese fosse.
In ospedale arrivano regali da tutto il mondo, lo riempiono. Festeggiano il Natale (il 22 novembre!) e subito dopo Jacob muore.Aveva 9 anni e questa storia me lo porto sempre dentro di me. La riporto alla memoria ogni volta che per stupidaggini mi arrabbio, mi irrito ed esagero. Mi serve a tornare con i piedi per terra, per ridimensionare tutto. Vi starete chiedendo: cosa c’entra questo con gli auguri di Natale? Forse poco o forse no. Dallo scorso anno, per me il Natale ha questo sapore, Jacob. Serve a ricordare a tutti noi che non vale la pena esagerare, andare oltre, trascendere. È importante invece ridimensionare e stare attenti alle cose importanti della vita. Ricordarsi che le cose serie non sono il pallone, la cessione, Zamparini o tutto il casino che c’è dietro. Quelle sono cose effimere, passeggere. Cose su cui dobbiamo sorridere e ironizzare ma non prendere troppo sul serio. La mia speranza ovviamente è che il Palermo abbia un futuro, con qualunque proprietà. Il mio augurio invece a voi amici lettori, che mi seguite da tanti anni anche in tv, è che possiate vivere serenamente, senza investire troppo nelle cose pallonare. Il mio augurio è che ogni tanto pensiamo a Jacob e guardandoci allo specchio diciamo “Sono fortunato”. Con o senza Zamparini.

Scusate ma è il mio modo di celebrare il Natale, sarò strano ma sono fatto così.
Un abbraccio forte e un caro saluto a tutti voi.
Con affetto Carlo Cangemi

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