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L’inizio dell’avventura rosanero di Slobodan Rajkovic, arrivato a Palermo il 1 agosto del 2016, non è stato per nulla facile, né tantomeno fortunato. Una carriera, la sua, costellata da numerosi infortuni che ne hanno impedito la consacrazione definitiva in una delle diverse big europee nelle quali ha giocato. La sua qualità è indiscutibile, Rajkovic è certamente un calciatore di un livello superiore alla cadetteria, la sua incredibile grinta e forza di volontà lo hanno portato a superare i momenti negativi legati ai vari stop ed a riconquistarsi di diritto la maglia da titolare.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il giocatore serbo ha tracciato un primo bilancio di questa sua stagione, che vede il Palermo capolista grazie anche ai suoi gol che in diverse occasioni  sono stati determinati per il risultato finale della gara. Lui però si schermisce e dichiara che le reti messe a segno sono il frutto di quello che la squadra prepara in allenamento:

“ Lavoriamo tanto sulle palle inattive – ha spiegato –  Stellone e il suo staff hanno portato buone idee e noi le mettiamo in pratica. Ecco perché sono riuscito a fare due gol, non penso di essere decisivo, ci sono gli attaccanti che segnano più di me, ma se posso dare una mano, lo faccio volentieri. Non penso a quante reti voglio realizzare, ritengo che il primo obiettivo per un difensore è quello di non prendere gol. Da ragazzo mi facevano marcare spesso i più grandi e quando mi allenavo coi coetanei mi schieravano spesso in mediana o seconda punta.”

La passata stagione un infortunio al ginocchio lo ha tenuto fuori per tanto tempo. Per il giocatore è stato il periodo più brutto della sua carriera, pensava di smettere, alla fine però è prevalsa la voglia di tornare in campo, lavorando duro perché – ha detto “ la cosa più importate è sempre dare il massimo per guardare avanti”

Ma il suo recupero non è ancora terminato, Rajkovic, infatti, continua a lavorare sodo per cercare di tornare il giocatore che era ai tempi del Chelsea di Mourinho. Quando arrivò a Londra aveva solo 16 anni ed un contratto di cinque. Ha lavorato con Ancelotti, Di Matteo e Villas Boas, senza tuttavia mai giocare. Sprovvisto del permesso di soggiorno fu mandato in prestito, da lì iniziarono i primi infortuni. Dopo il Chelsea, fu la volta dell’Amburgo e di Darmstadt. I tanti infortuni – ha spiegato – sono stati frutto della sfortuna e della casualità. “Oggi però – ha assicurato – mi sento realmente molto sicuro, la mia volontà è quella di dimostrare di essere il giocatore di cui si diceva un gran bene.”

Protagonista indiscusso del Palermo di Stellone, il calciatore ha spiegato la differenza fra questa squadra e quella di un anno fa:

Abbiamo più rabbia dell’anno scorso e meno paura – ha concluso Rajkovic –  entriamo in campo con un solo risultato in testa, senza pensare a quello che può succedere se prendiamo gol, o se perdiamo. Stellone è stato fondamentale in questo cambio di mentalità, il cambio della società non cambia nulla nel  quotidiano, siamo concentrati sul nostro lavoro. Proveremo la fuga con il  Livorno, anche se  Cosenza e Padova ci hanno dimostrato che non è stato semplice vincere; soprattutto in casa gli avversari si chiudono, ma noi abbiamo un obiettivo da raggiungere e vogliamo vincere.”

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