Trapani

Trapani resta ancora senza squadra. Minore pronto a ripartire col Dattilo

L’imprenditore, unico ad avere partecipato al bando del Comune per la nuova società, vicino al club di serie D.
spiazzato il sindaco Tranchida che gli aveva chiesto garanzie economiche per la rinascita del sodalizio granata.
Da capire se potrà tornare in corsa la cordata targata Parma che aveva ipotizzato di fare rinascere il calcio in città.

Questo il titolo di  Repubblica, oggi in edicola.

L’articolo di Fabio Tartamella sottolinea come per Trapani dal giorno della retrocessione in serie C, sancita dalla sentenza del Collegio di Garanzia del Coni, non ci sia stata pace.

Una salvezza che è stata ottenuta sul campo ma che gli eventi esterni hanno poi mortificato.

Tra questi di certo la cessione senza spiegazione della proprietà, la mancata presentazione alle prime giornate, l’esclusione dal campionato, e il conseguente fallimento.

Quando tutto sembrava risolto, attraverso la cessione del Dattilo all’imprenditore
René De Picciotto, ecco che tutto salta.

Poi il bando, anche quello arrivato non solo tardi, ma con condizioni impossibili. Lo stesso De Picciotto che non può, per norme federali, essere proprietario di due club professionistici, il Dattilo e il Trapani.

Poi l’unica manifestazione d’interesse: quella dell’imprenditore palermitano Ettore Minore, con un’altra cordata suscitata da Daniele Faggiano pronta a rilevare il Dattilo.

La comunicazione che gela tutti, quella del sindaco Tranchida che annuncia una trattativa in corso di Minore per l’acquisizione del Dattilo.

Una telenovela che sembra avere come vittima una città sofferente, che guarda come ad un miraggio a quella serie B tenacemente conquistata anni fa e preservata nell’ultimo anno in cui tutto è stato strappato via.

Una città che in questa vicenda mette forse in luce le poche competenze, che preferisce temporeggiare, ed acuire divisioni. A soffrire sono i tifosi veri, che speravano in una rapida risoluzione per il bene della maglia granata.

Oggi la soluzione sembra vicina: si attende di capire l’evoluzione dell’offerta di Minore, e se quella con il Dattilo si possa concludere in poco tempo.

O se a far rinascere il Trapani possa essere quella cordata intessuta di imprenditori parmensi e trapanesi. L’ago della bilancia è proprio Ettore Minore. 
Ed è proprio la commissione creata dal Comune che non si è mai del tutto convinta sulla solidità dell’imprenditore palermitano.

Sarebbe stato magari opportuno conoscere i verbali di questa commissione (formata dal rappresentante del Coni Giovanni Basciano, dal commercialista Gildo La Barbera e dal segretario comunale Giovanni Panepinto), per dare trasparenza e spiegare il perché della resistenza a Ettore Minore.

Un anno è trascorso a Trapani senza calcio, e si vuole evitare a tutti i costi che si sia stato vano. Ma tutto è nelle mani di Ettore Minore: o attraverso il Comune o con l’acquisto del Dattilo.

Le norme federali in tal senso sembrano sicuramente suggerire la seconda via, e non l’iscrizione in soprannumero, per un vantaggio logistico ed economico. Ma solo i prossimi giorni potranno chiarire quale sarà l’esito di questa travagliata vicenda.

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