E’ un’Italia dei record quella che Roberto Mancini ha riproposto in questo Europeo: la nazionale non prende gol da ben 11 gare, e la gara con l’Austria importantissima per il proseguo del cammino europeo assume un altro sapore.

Se Donnarumma riuscisse a tenere inviolata la porta per altri 90 minuti, per l’Italia sarebbe un altro record in bacheca, supererebbe la soglia dei 1143 minuti senza subire reti, un record che detiene il mitico Dino Zoff.

Era il 1974, quando Sanon segna uno degli unici due gol del mondiale per Haiti e uno proprio contro l’Italia, rompendo un record che Zoff teneva in una teca di vetro già dal 1972, dal 20 settembre 1972, Italia-Jugoslavia 3-1, Vukotic al 73’. Record personale e anche della Nazionale. Sanon segna all’Italia, la nazionale ribalta anche lì la gara per un 3-1 ma la rabbia di Zoff è per un record che si infrange.

Quarantasette anni dopo la storia può essere scritta, ma non da un singolo giocatore, come Donnarumma ma da una nazionale intera.

Perché sì Mancini ha fatto del gruppo un vero e proprio marchio di fabbrica e su questo ha costruito la sua forza, uno di questi proprio nella difesa. Proprio per far sentire tutti parte del progetto non esiste un titolare: se l’Italia è arrivata a quota 1.055’ minuti di imbattibilità lo deve in toto a tanti portieri, in primis a Donnarumma certo con 874’, il terzo nella storia della nazionale, ma anche a Sirigu (91’, compreso il minuto “premio” concesso con il Galles), Cragno 63’ e Meret 27’.

L’Italia ha fatto dell’equilibro la sua miglior arma: non è soltanto merito di grandi portieri, questa grande difesa. Due ottimi centrali, come Bonucci e Chiellini, una riserva di titolari come Acerbi e Bastoni, Toloi e via dicendo.

Una protezione supplementare che arriva dal centrocampo con il grande lavoro operato da Jorginho, e da Barella.

Ma soprattutto i rientri degli attaccanti che fanno tanto recupero in fase di non possesso.

Tanta la difficoltà degli avversari non solo a far gol all’Italia ma persino a tirare in porta.

Solo due sinora i tiri nello specchio della porta difesa da Donnarumma. Tutto questo grazie al baricentro alto portato dall’Italia e all’alta percentuale del possesso palla, superata solo dalla Spagna.

Un ottimo atteggiamento difensivo nonostante la grande propensione all’attacco. I dati dicono infatti: solo 14 reti subite in 35 partite (alla media di 0,40), un dato ciclico nel calcio italiano. Meno frequente invece è lo “score” offensivo: 85 gol in 35 match, alla media di 2,4 a partita.

Ciò che fa rabbrividire e stonare è la parola record: mai nella storia dell’Europeo qualcuno si era difeso come l’Italia: in 41 partite nelle fasi finali la media è  0,6. Soltanto Spagna e Galles (0,9) e Portogallo (0,95) sono sotto un gol a partita.

E contro l’Austria l’Italia potrebbe abbattere un altro record per la gioia dei tifosi.

 

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