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Scommesse Illegali, coinvolto il figlio di Pirlo: la reazione del padre

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Scommesse Illegali, coinvolto il figlio di Pirlo: la reazione del padre

Andrea Pirlo, ex campione del mondo e attuale allenatore, avrebbe preso una decisione drastica nei confronti del figlio Nicolò, bloccandogli i conti bancari dopo aver scoperto che il ragazzo aveva accumulato un consistente debito a causa delle scommesse. L’informazione emerge dai documenti dell’indagine condotta dalla Procura di Milano, che ha recentemente chiesto gli arresti domiciliari per cinque persone ritenute al vertice di un’organizzazione di scommesse illegali e ha iscritto nel registro degli indagati una dozzina di calciatori di Serie A.

Scommesse Illegali: coinvolto Nicolò Pirlo

In una conversazione tra Pietro Marinoni (arbitro AIA sospeso) e Fagioli, visionata dall’AGI, si fa riferimento esplicito anche a Nicolò Pirlo. Dai messaggi risalenti al 7 giugno 2022 sembrerebbe che il giovane figlio dell’ex centrocampista piazzasse puntate attraverso piattaforme gestite da Tommaso De Giacomo, figura centrale dell’inchiesta. “È uno di noi”, scrive Fagioli in chat, aggiungendo che il ragazzo era stato scoperto dal padre mentre cercava di saldare i debiti accumulati. “Ha fatto 30 mila euro di credito a 17 anni, roba assurda”, avrebbe commentato il centrocampista della Fiorentina.

Il metodo utilizzato e chi coordinava

Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo smascherato dalla Procura avrebbe adottato una tecnica chiamata “procedura senza uno zero”, che consisteva nell’indicare somme inferiori per ogni giocata, così da eludere i limiti imposti dalle piattaforme legali di scommesse. Questo sistema permetteva di aggirare i tetti di puntata e garantiva maggiori margini di profitto al gruppo criminale, che beneficiava anche di sconti sulle commissioni.

A capo dell’organizzazione ci sarebbe stato proprio Tommaso De Giacomo, 38 anni, il quale coordinava le attività sia online sia in due sale scommesse (una a Milano, intestata alla madre, e un’altra nell’hinterland). Ieri la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro di beni per un valore complessivo vicino al milione e mezzo di euro, tra cui la gioielleria Elysium, che secondo gli inquirenti sarebbe stata utilizzata per coprire parte dei debiti accumulati dagli sportivi coinvolti.

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