Palermo

Baldini si è dimesso da tecnico del Perugia, ha ritenuto che l’ambiente non fosse in linea con i suoi principi, le sue teorie, la sua filosofia. Però si è dimesso, non si è fatto esonerare o strategicamente ha optato per una recessione da cui avrebbe comunque preso qualche soldino. Si è dimesso rinunciando al denaro che è il motore primo di tutto il sistema calcio. Un signore autentico in un mondo sportivo pieno di brutture.

Da ieri però si leggono commenti negativi, acidi e ingenerosi soprattutto da parte dei tifosi umbri che ritengono il tecnico toscano responsabile di avere distrutto due squadre in pochi mesi: il Palermo a fine estate ed il Perugia adesso. A prescindere dal fatto che chi lo ha preso a Perugia sapeva benissimo quali erano le sue caratteristiche (a Palermo ha avuto tempo di incidere, a Perugia no), forse è il caso di rispolverare la memoria soprattutto ai tifosi rosanero che si stanno unendo al coro.

Diciamolo chiaro, a Palermo, a Silvio Baldini, girala come vuoi, andrebbe fatta una statua. E di quelle preziose. Perché senza Baldini, i rosanero navigherebbero ancora nelle acque anonime della serie C, senza conoscere la bellezza di un campionato di Serie B che per quanto non stia regalando soddisfazioni è altra roba rispetto alla terza serie. A Palermo Baldini aveva ereditato una squadra senza sostanza, balbettante, che mai avrebbe potuto ottenere la promozione, mai. Anche perché l’organico non era assolutamente migliore rispetto alle diverse concorrenti di tutti i gironi. Baldini, con la sua eccentricità, la sua diversità, con tutta la sua filosofia, è riuscito a creare qualcosa di unico. Una magia, un ambiente ideale, una forza di gruppo. Tutti aspetti che sono riusciti a compensare evidenti limiti tecnici.

È riuscito a creare quell’entusiasmo che ha spinto i rosanero in serie B. La promozione in serie B porta la firma principale di Baldini e oggi fa male sentire tante cattiverie sull’allenatore toscano. Che ha purtroppo i suoi limiti. Caratteriali e di personalità. Che gli sono costati la panchina del Palermo, per sua scelta. Il suo limite maggiore è l’essere vittima del suo stesso personaggio: un po’ protagonista, un po’ presuntuoso. E parafrasando un noto film, incarna perfettamente la frase “mi piego ma non mi spezzo”.

Una mancanza di elasticità, di scendere a patti, di saper essere anche conciliante e opportunista che sono al contrario i fattori fondamentali per fare strada in questo mondo del calcio. Un mondo a cui forse non appartiene più, che non lo rappresenta. Ed è un peccato perché al di la’ degli aspetti tecnici (che considera secondari), avrebbe molto da dare sul piano psicologico, delle motivazioni e della forza del gruppo. Sue armi essenziali che a Perugia non hanno avuto il tempo di conoscere. Se solo fosse stato più furbo, più stratega e più calcolatore, forse oggi avrebbe ancora addosso la tuta rosanero. Ma non fa parte del suo personaggio e ne paga le conseguenze in prima persona.

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1 commento

  1. Baldini l’anno scorso ha fatto un miracolo sportivo e lo ritengo a livello tecnico un’allenatore da serie A, ma riguardo i prematuri addii a Palermo e Perugia secondo me ha sbagliato. A Palermo è andato via solo per una questione di potere, pur essendo stato assecondato sul folle ritiro estivo a Palermo e la conferma di Castagnini voleva persino decidere quanti anni di contratto la società doveva offrire ai tesserati , ditemi voi se è normale che un dipendente debba decidere quanto l’azienda deve spendere…., riguardo il Perugia andarsene dopo 10 giorni dal suo insediamento con la motivazione “questa non è una famiglia” è veramente fuori da ogni logica.

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