Capitano, la maledizione dei rigori e quell’addio doloroso
Il personaggio. Destro fatato, gol e assist da giocatore. I contrasti con Zamparini e le dimissioni da allenatore che gridano vendetta.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
L’articolo di Benedetto Giardina sottolinea le esperienze e le emozioni regalate da Eugenio Corini nelle sue precedenti esperienze di Palermo. Un palermitano adottato, prima capitano in pectore (fascia Zauli) poi indiscusso leader dentro e fuori lo spogliatoio. Poi è diventato palermitano anche fuori dal campo sposando una donna di Palermo da cui ha avuto due figlie.
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Idolo della tifoseria ma anche cannoniere nella sfortunata stagione in cui Amauri si fermò a 8 gol causa infortunio. L’articolo ricostruisce poi alcune tappe fondamentali della carriera di Corini da calciatore, i rigori sbagliati, la corsa verso Agliardi (papera che aveva regalato il vantaggio agli etnei) dopo il gol col Catania; le sue punizioni magistrati e gli screzi con Zamparin i quando accusò la squadra di non avere le palle ed il capitano rispose per le rime.
E sempre con Zampini l’esperienza sfortunata in panchina nella stagione 2016 finita con le sue dimissioni in lacrime ed una frase emblematica “Qui è Hiroshima tutte le volte“. Ma prima, da calciatore, altre lacrime in hotel in una conferenza stampa di addio.
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