Bari del grosso

Alessandro Del Grosso, ex terzino, fa il tifo per il Bari, squadra in cui ha giocato durante la sua carriera da calciatore, in questo campionato di Serie C, in cui proprio i pugliesi sembrano essere destinati ad ottenere la promozione in cadetteria. I giallorossi, tuttavia, nello scorso turno hanno ottenuto soltanto un pari in rimonta contro il Catania. “Alla fine anche le altre hanno pareggiato. Il Bari ora non deve farsi prendere dall’ansia per fare il suo gioco. Qualche stop può capitare, l’importante sono mentalità e voglia. Con il Catania è stata emblematico. Il campionato è su un binario favorevole ma rimane difficile. A febbraio ci sono tantissime partite: 6 in meno di 28 giorni. Però a mio parere c’è il giusto senso di appartenenza a squadra e tifoseria. Diventeranno ancora più uniti e cattivi”, ha commentato a TuttoBari.

E in merito ai singoli, una bocciatura e una promozione a pieni voti: “Quando ho visto scaldare Citro nell’intervallo, ho subito capito che sarebbe uscito Di Gennaro. E’ un giocatore bravo nella fase offensiva, dietro invece ha qualche limite, credo che la sua titolarità sia stata solo una scelta forzata viste le assenze. Non voglio colpevolizzarlo, ha giocato solo 3 partite da titolare. Si vedeva che voleva fare ma non ci è riuscito. Sul rigore poi è stato bravo Russini, non era così netto. Sinceramente mi sono venuti i brividi per quel dribbling di Frattali in area, è stato fortunato, perché Biondi è scivolato. Se avesse preso gol, forse avrebbe fatto passare in secondo piano gli errori di Di Gennaro. Antenucci? Ha fatto 201 gol, di cui 50 con il Bari, quindi praticamente un quarto. L’anno scorso qualcuno lo criticava, ora è l’uomo simbolo. Ha corso come un animale anche nel finale. In stagione ne ha fatti 12, che sono tanti, non giocando nemmeno sempre. Ha raggiunto il suo equilibrio mentale. Con lui si parte sempre dal 1-0”, ha concluso Del Grosso.

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