Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, in un’intervista rilasciata a Tutto C, è tornato a parlare della tanto discussa riforma del calcio. Il tema scottante riguarda una revisione di tutto il sistema calcistico italiano, per un calcio che sia economicamente sostenibile per le società, in particolare quelle della Serie C.
Tra i diversi temi quello dei giovani e della formazione dei nuovi talenti. La Serie C, per Francesco Ghirelli, infatti, non dovrebbe imitare la Serie A o la Serie B, ma avere infrastrutture e mezzi per formare le nuove generazione del calcio, in ogni settore. “In Spagna giocano due diciassettenni: per noi un ventiquattrenne è giovane. Magari può esserlo per me, ma non è così. Abbiamo esaltato il progetto di Mancini, ma ‘Giovani e vincenti’ non è il progetto di alcun campionato italiano. Neanche in C, anche se qualche passo lo abbiamo fatto: oggi solo tredici club non sfruttano il minutaggio. È un tema che porterò: a cosa serve la C? Se deve scimmiottare la A e la B, tanto vale toglierla. Io credo che debba formare i talenti. Ma per questo servono infrastrutture materiali ed immateriali”, ha detto.
Tante sono le cose da rivedere e rivalutare per il presidente della Lega Pro. A partire da quelli che sono i contratti, i famosi “paracadute” che è ormai quasi un obiettivo, molte squadre infatti passano dalla serie maggiore alla Serie B, per poter avere quell’introito. Sostanzialmente vi è un problema di risorse finanziare come sottolinea Francesco Ghirelli: “Questo è uno dei problemi che abbiamo. Queste risorse vanno redistribuite, in modo tale che si abbia una competitività maggiore e una solidità maggiore”.
Una riforma, insomma, ancora tutta da delineare, con tante problematiche da risolvere. Si devono valutare tanti aspetti del calcio italiano e tanti interessi, e al momento sembra ancora lontano il momento in cui tutti saranno d’accordo sulla strada da prendere.
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