È crisi di «vocazioni», mancano gli arbitri giovani
La sezione Aia del capoluogo lancia l’allarme, il presidente Terzo: «In molti hanno lasciato dopo il lockdown per il Covid»
Si corre ai ripari: si può iniziare a 14 anni e pure se si è tesserati per un club.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
L’articolo di Giovanni Mazzola sottolinea la difficoltà di un settore che è stato particolarmente colpito dalla pandemia. Come dichiarato dal presidente dell’Aia Palermo, Marcello Terzo , dopo la crisi pandemica, molti giovani hanno perso stimoli e non si sono più presentati ai corsi. Insomma per gli arbitri siciliani è un momento di difficoltà soprattutto in termini di associati. Si registra un calo del 30% a cui la governance nazionale diretta da Trentalange sta cercando di porre rimedio.
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Sono state adottate soluzioni di maggiore apertura: è diminuita l’età minima per iniziare la carriera che adeso è di 14 anni così come si è alzato il limite fino a 40 anni. Ma la novità più importante è la possibilità di arbitrare e giocare. Si può infatti essere tesserato per un club e allo stesso tempo diventare arbitro. La condizione è che non potrai arbitrare gare dello stesso girone della tua squadra o gare della società per cui sei tesserato anche se in altre categorie. Attenzione anche per il settore femminile che tuttavia secondo il presidente Terzo, può già contare su un buon numero di associate rispetto alla media nazionale. E la prossima settimana via ad un corso arbitri in presenza, organizzato presso la sede di Via Paolo Gili.
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