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Trovate le differenze. Si intitola così il giochino che abbiamo deciso di proporvi dopo aver finalmente visto dal vivo la “famigerataCoppa Italia di serie C vinta dal Palermo al termine della stagione 92-93.

Ve lo diciamo subito, la delusione è stata grande, grandissima e il perché è presto detto.

Ci saremmo aspettati di rivedere finalmente quell’unico trofeo della storia rosanero, richiesto e venerato da tutti a gran voce quasi fosse il Sacro Graal.

Quella Coppa il cui mancato acquisto è costato a Dario Mirri improperi, insulti e chi più ne ha più ne metta.

Critiche che non avrebbero fatto altro che confermare che “picciuli” Mirri non ne ha e che la mancata partecipazione all’asta dei cimeli… i cimeli, dell’U.S. Città di Palermo altro non era che l’anticamera dell’imminente fallimento.

Ed invece ci siamo trovati davanti ad una simpatica coppetta che non è altro che la riproduzione in miniatura di quella Coppa conquistata davanti ad una Favorita che ribolliva di entusiasmo sulle note di “We are the champion”.

E questo non perché la Coppa Italia di serie C vinta da Biffi e compagni sia stata rubata come leggenda vorrebbe.

LA VERITA’…

L’originale della Coppa, così come di tutti i trofei, dalla coppa del nonno alla Champions League, resta alla squadra che la vince per un anno, ovvero sino alla finale dell’edizione successiva. La società detentrice al termine di questo periodo la riconsegna per vedersene recapitare una in tutto e per tutto uguale all’originale. Evidentemente alla Coppa Italia di serie C fu fatto un “lavaggio sbagliato” tanto da farla restringere.

Con questo non vogliamo assolutamente dire che Massimo Costa abbia sbagliato ad acquistarla e Dario Mirri abbia fatto bene a non farlo ma dopo quanto abbiamo visto ci sembra che quantomeno sia stata fatta una valutazione errata del valore della stessa. Sarà pure l’unico trofeo vinto nella sua storia del Palermo ma noi da inguaribili romantici avremmo voluto vedere una coppa quantomeno simile all’originale per illuderci che tale fosse ed invece ci troviamo di fronte ad una… “corazzata Potemkin”.

P.S. Il gesto di Massimo Costa è ovviamente apprezzabilissimo e chissà che anche lui dopo essersi aggiudicato l’asta, alla vista della coppetta, non abbia pensato: “ma chi me l’ha fatto fare a buttare “sti picciuli”?

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