Il nuovo tecnico ha dato vitalità ma non è bastato. Il derby di Catania tra le gioie.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Valerio Tripi sottolinea come nonostante Filippi ( prsente fin dal primo giorno di ritiro a Petralia) definisca la stagione “probabilmente positiva”, un’analisi più estesa non può non tenere conto di diversi aspetti: il risultato finale, le aspettative e i vari momenti di un campionato che segnava il ritorno fra i professinisti dopo l’ennesimo fallimento di un club con i colori rosanero. Ed è dalle aspettative che bisogna partire per fare un’analisi corretta: quando fu annunciato Boscaglia è innegabile che si creò entusiasmo ed in pochi pensavano ad un torneo così pieno di difficoltà e delusioni. E nessuno si immaginava che il Palermo avrebbe potuto esonerarlo e cambiare guida tecnica.
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Ed invece quello che sembrava impossibile per la società targata Mirri, dopo la sconfitta di Viterbo è diventata realtà. Tradotto, il bilancio della prima parte della stagione è stato fallimentare. Con l’aggravante che il gradimento della tifoseria nei confronti della società scendeva sempre di più. La società, nell’ottica di un potenziamento del club, puntava al museo, al centro sportivo ed a svariate iniziative sociali. Per il tifoso tutto ciò passa in secondo piano. I tifosi contestavano una programmazine errata anche nella costruzione della squadra.
La risposta della società…
La società, giustamente, si difendeva chiamando in causa la pandemia e i danni economici conseguenti. Ma è innegabile che a parità di condizioni, altri club hanno ottenuto risultati diversi. Gli stessi forse che ha iniziato a raccogliere il Palermo con Filippi in panchina. E’ cambiato tutto: si è rivisto l’interesse dei tifosi ma anche la compattezza della squadra che, come dice Filippi, è tornata a sorridere. Poi il sogno dei play off, interrotto ad Avellino col Palermo che resta in C. E non può consolare che anche il Bari dopo spese faraoniche ha mancato la promozione per il secondo anno consecutivo.
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