Le donne non giocano a calcio. Sei donna non puoi stare qui, queste sono le regole. Non me lo fare spiegare…Il completino te lo metti in tribuna…“.

Queste le parole rivolte ad Aurora Leone, artista dei The Jackal, allontanata dal direttore generale della Nazionale Cantanti Gianluca Pecchini, mentre era a cena nel tavolo con il resto del gruppo.

L’occasione per cui molti artisti si sono riuniti è di assoluto rispetto ed interesse, quello della Partita del Cuore, la prima che andrà in onda su Mediaset e che vedrà una raccolta fondi a sostegno della Ricerca.

Lo scandalo mediatico che si è sollevato, non basta a mitigare le polemiche. Le regole da rispettare a cui rimanda nel discorso Gianluca Pecchini, sono regole becere che forse sono insite in un retropassato difficile da scardinare. 

Quello in cui le donne stavano a casa, da sole, mentre i ragazzi “andavano a vedere la partita di pallone“, come si canticchiava in una famosa canzone. Forse è bene riflettere che potrebbe avvenire il contrario oggi giorno e non ci sarebbe nulla di anomalo.

Regole per una partita a scopo benefico, ci sono eccome per Gianluca Pecchini,che ha poi aggiunto: “Qui è come se si giocasse la Champions League“.

Se si fosse quindi disputata una Champions sarebbe quindi stato accettato questo stereotipo? Ancora? L’Italia oggi ha mostrato evidentemente una volta il suo volto più oscuro: quello dell’ipocrisia nelle celebrazioni ricorrenti, ma che sa nascondere bene tutti i suoi difficili preconcetti, nelle battaglie quotidiane di tutti i giorni.

E l’ipocrisia la svela anche Aurora Leone, quando mette a nudo e disvela tutte le maschere mostrando il cappello benefico dell’evento, quello contro la violenza sulle donne.

Quanto accaduto mette in luce un episodio davvero grave per la società italiana. Non è un qualcosa che può essere sepolto e di cui non si deve parlare. Si parla di violenza. 

E’ violenza verbale, di quelle che si radicano dentro l’anima e corrodono il tuo essere, il sentirsi donna. Lo testimoniamo le stesse lacrime di Aurora Leone che avrebbe voluto partecipare a questo evento, e che in quanto donna non potrà partecipare.

Le è stato impedito. Ma occorre ribadire, che di calcio se ne intende Aurora.

Ed è un peccato che molto spesso occorra sottolinearlo, ne sono testimone quotidianamente anche nel mio piccolo. Ha avuto modo di commentare anche recenti vicende come quelle della SuperLega.

Un preconcetto riporta l’Italia nel suo oblio e nei suoi meandri sessisti.

Le donne non giocano a calcio“. – Questa frase era spesso ricorrente e soltanto da un paio di anni il movimento del calcio femminile ha preso vigore, ma viene sempre macchiato, come se fosse un qualcosa di diverso da quello praticato in ambito maschile.

Ma quello che va combattuto oggi in quanto tale non è una superiorità, è una battaglia all’uguaglianza.

Nella mia personale esperienza, mi sono ritrovata spesso a confrontarmi con persone sconvolte dalle mie “conoscenze calcistiche“, in quanto donna. In quanto donna, c’è chi sta un gradino sotto ancora in ambito lavorativo, non solo in ambito calcistico.

In quanto uomini e donne, il calcio può unire. Ed era questo lo scopo della Partita del Cuore. Forse in Italia c’è chi ancora dovrebbe riflettere sul senso profondo di una partita di pallone.

 

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