La prima società sportiva della provincia di Catania venne fondata il 19 giugno 1908 con la denominazione Associazione Sportiva pro Educazione Fisica. La sezione calcistica nel 1910 si costituì come Unione Sportiva Catanese, che in quel periodo partecipò ai primi campionati amatoriali. Terminato il primo conflitto mondiale, negli anni venti si iniziò con i campionati ufficiali: le formazioni cittadine di punta furono la ricostituita U.S. Catanese e la Juventus Catania F.C.. Nel 1920, la Catanese partecipò all’unica edizione della Coppa Federale Siciliana e nel 1928-29 vinse il Campionato catanese. Nel 1969 diviene proprietario del club etneo Angelo Massimino, il cui periodo di presidenza sarà il più lungo della storia della società.

Inizia l’era Massimino

Durante la prima stagione della presidenza Massimino (1969-1970), il Catania centra la promozione in Serie A, avvenuta grazie al terzo posto, ma nel successivo campionato di massima serie gli etnei non riescono a salvarsi. Durante tutti gli anni ’70, il Catania staziona in Serie B. Gli anni ’80 si aprono con altri due campionati tra i cadetti, poi, nella stagione 1982-1983, il Catania ottiene per la quarta volta la promozione in Serie A. La permanenza in massima serie del club rossoazzurro dura una sola stagione.

Dopo tre buone stagioni in Serie B, inizia un periodo di declino, che porterà la squadra in Serie C nel 1987-1988. Al termine del campionato di Serie C1 1992-1993, il Catania Calcio, a causa di inadempienze finanziarie, si vede costretto a ripartire dall’Eccellenza Sicilia, senza però fallire dopo che il TAR di Catania aveva accolto un ricorso contro la radiazione decretata dalla FIGC che aveva sciolto la squadra. Seguono tre promozioni che riportarono il Catania in Serie C1 al termine della stagione 1998-1999.

Muore il presidentissimo…

Nel frattempo il presidente Angelo Massimino muore in un incidente stradale e nel 2000 Grazia Codiglione, vedova del Cavaliere, cede la società a Riccardo e Luciano Gaucci. Nella stagione 2000-2001, il Catania sfiora la promozione in cadetteria, classificandosi terzo e perdendo la finale dei play-off. Gli etnei riescono a tornare in Serie B al termine della stagione successiva (2001-2002) vincendo i play-off. Nella stagione di Serie B 2003-2004, il Catania lotta per la promozione in Serie A senza ottenerla. Alla fine del campionato i Gaucci cedono la società all’imprenditore Antonino Pulvirenti. Nel campionato di Serie A 2010-2011, il Catania di Diego Simeone si salva dopo la vittoria contro la Roma (vittoria che decreta la mancata qualificazione dei giallorossi alla Champions League) raggiungendo il tredicesimo posto con 46 punti.

Montella e Maran

Per la stagione 2011-2012, la società sceglie Vincenzo Montella, con cui il Catania rimane a lungo in lotta per un piazzamento valido per la qualificazione alle coppe europee, ma termina il campionato all’undicesimo posto. L’annata 2012-2013 è particolarmente positiva: sotto la guida di Rolando Maran, i rossoazzurri concludono il campionato all’ottavo posto, ad un passo dalle coppe europee, con 56 punti, nuovo record in massima serie. In Coppa Italia, il Catania raggiunge i quarti di finale. La società etnea, per la stagione 2013-2014, punta sul blocco di calciatori reduci dall’ottima stagione precedente, ma retrocede a causa del terzultimo posto, dopo otto anni consecutivi nella massima serie.

La storia moderna…

Nella successiva stagione in Serie B, il Catania, pur essendo tra i club più quotati per la risalita, non raggiunge nemmeno i play-off. Al termine della stagione il club viene declassato in Serie C dalla giustizia sportiva per combine. Nelle stagioni 2017-2018 e 2018-2019 la squadra sfiora la promozione, perdendo due semifinali dei play-off, mentre nel 2019-2020 esce al secondo turno degli spareggi. Quindi, la cronaca recente che vede il salvataggio in extremis con l’acquisto da parte di SI.GI. e le ultime trattative che vedono Joe Tacopina interessato a rilevare l’intero pacchetto azionario nel prossimo futuro.

Una sfida complicata…

Mercoledì 3 marzo dunque il secondo derby della stagione, questa volta in trasferta, arriva all’indomani del disastro di Viterbo, sia nel risultato che nel rendimento con anche due espulsioni, costato la panchina a Boscaglia. Un derby che il Palermo affronta in piena emergenza con in panchina Filippi all’esordio senza gli squalificati Almici, Odjer e Saraniti e col morale a pezzi del resto della squadra.

Catania-Palermo, quando il gioco si fa duro

Peggiori condizioni non è possibile immaginarne, quindi il destino sembra già segnato a meno di una reazione di orgoglio che per la verità questi giocatori hanno dimostrato di non avere nel corso di questo campionato. Ora però l’alibi dell’allenatore che non ha saputo tenere compatto lo spogliatoio, non ha saputo amalgamare le varie componenti e non ha saputo valorizzare il materiale umano a disposizione, il quale, diciamolo chiaramente, non è di primissima scelta ma nemmeno da seconda parte della classifica, non c’è più.

Catania-Palermo, stasera ore 20.30

Noi non sappiamo se Filippi, oppure chi al suo posto verrà scelto dalla dirigenza, sarà in grado di invertire la rotta nel finale di campionato ma una cosa è certa, i giocatori devono avere un grande scatto di orgoglio, onorare questa gloriosa maglia che indossano e dimostrare a tutti che ne sono degni in quel di Catania senza se e senza ma. Per il resto, il futuro è più nebuloso che mai viste le problematiche che investono la struttura societaria e purtroppo anche quelle tecniche con la squadra in pieno marasma. Ma quando il gioco si fa duro i duri scendono in campo e allora a noi non resta che fare il tifo ed ai giocatori e all’allenatore dimostrare di avere gli attributi… Forza Palermo.

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