Palermo

La storia non si può dimenticare, anche se non ha raccontato nulla di positivo. Però, come ne nulla fosse, l’entusiasmo è rimasto quello di sempre, da altri palcoscenici, anche in trasferta. Un anno fa, il 1° marzo 2020, il Palermo, con largo anticipo, gioca l’ultima sua partita nel campionato di Serie D, dicendo addio al mondo dei dilettanti.

L’avversario è il Nola, reduce da due vittorie consecutive contro Corigliano Calabro e Biancavilla. Il match si gioca al “Renzo Barbera”, sempre ben riempito dal calore della gente, nonostante tutto. Nell’aria si respirava qualche timore per via dell’avvento del Covid, che già in Italia aveva riscontrato una media di 200 contagi. Infatti, lo stadio ha accolto tanti spettatori, ma si poteva fare di più viste le scorse partite: 14.653. Alla fine non cambia molto.

PASSEGGIATA DOMENICALE

Una partita che non ha storia: le differenze sul piano tecnico si notano, eccome. Il Nola tende a stare chiuso nella propria metà campo e il Palermo sempre pronto a ricominciare per colpire. Il talento del Lecce Mattia Felici sblocca la gara al 17′ minuto. Alla prima stagione tra i grandi, segna il suo gol in campionato dopo quelli fatti a Licata, ACR Messina e Giugliano. Ma colui che tende a spiccare è Roberto Floriano: la sua tripletta, caratterizzata da un gol più bello dell’altro, conduce un party impossibile da rifare. L’attaccante sembrava aver ottenuto la giusta forma fisica, con 6 gol in 8 partite da gennaio, ma il campionato viene fermato, anche prima rispetto a tutti gli altri del panorama nazionale.

SANO DIVERTIMENTO

Sembrano tempi lontani, perché con l’approdo in Serie C l’entusiasmo è un po’ calato a causa degli ultimi risultati. Nonostante qualche intoppo all’inizio del girone di ritorno, come anche capitato negli scorsi anni, la D ha rappresentato una giostra per il Palermo. Un posto in cui scacciare via brutti ricordi, stando lontano almeno per un anno da tutto il calcio di cui ha fatto parte, per scoprire piccole e umili realtà. È stata anche un’occasione per far emergere giovani talenti e ammirare le gesta col pallone, ancora esistenti, di Mario Alberto Santana, che non si stanca mai di dire la propria sul campo. “Il Palermo in Serie D”, suona anche male.

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