Un appuntamento con la storia, la data che tutti i tifosi del Palermo avevano cerchiato in rosso da tanto tempo. Era il 5 febbraio del 2005 e dopo 32 lunghissimi anni di attesa il Palermo tornava a sfidare la Juventus in Serie A allo stadio “Renzo Barbera”.
In città si percepiva da tempo un’atmosfera magica e di tensione. Quella partita non poteva essere semplicemente una passerella o un premio dopo la splendida cavalcata in B dell’anno prima. C’era la netta sensazione che quel Palermo, che stava facendo un gran campionato da neopromossa, potesse superarsi ancora stupendo all’ennesima potenza.
Palermo-Juventus ha un sapore diverso


Il Barbera come una bolgia infernale
Adesso è febbraio, fa tanto freddo anche a Palermo. Il Barbera chiama a gran voce, può dare una grande spinta e infatti ai tempi era per tutti la “Bombonera d’Italia“. “Mai come quell’anno – avrebbe detto mister Guidolin – lo stadio era così pieno, neppure quando nel 2007 ci stavamo giocando lo Scudetto“.

La partita sarà meravigliosamente combattuta. D’altronde, neppure la Juventus prima in campionato può scherzare, perché tallonata dal Milan di Sheva a due punti. Il Palermo, d’altro canto, può perfino ambire alla zona Champions League: è sesto, a -5 dall’Udinese quarta in classifica. I presupposti per una grande partita, in un ambiente tanto infuocato, non mancano affatto.
C’è grande equilibrio e, nonostante la forza avversaria, grande rispetto da ambo le parti. Quindi le azioni non fioccano e vincono soprattutto le difese, nonostante i due reparti d’attacco facciano paura. La Juventus gioca infatti con Ibra e Trezeguet là davanti, con Del Piero che non troverà spazio neppure per un minuto; il Palermo si affida invece alla solita coppia Toni-Brienza.
Palermo-Juventus: il match
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La partita ha un solo significativo sussulto ai fini del risultato. Minuto 12. Da una punizione conquistata da Grosso per un fallo di Olivera, capitan Corini calcia un pallone velenoso quasi all’altezza del dischetto da rigore. Buffon interviene con i pugni e caccia via il pallone; Brienza, posizionato al limite dell’area, lo aggancia. Per un attimo il Barbera si ferma e inizia a pregustare qualcosa di indimenticabile. Il pallone cade di nuovo a terra, l’attaccante di Cantù non ci pensa un attimo e calcia di controbalzo sempre di mancino. Buffon è fuori dai pali, la palla è all’angolo, il Barbera è una bolgia.

Per il resto, la Juventus non crea molto e fa veramente paura soltanto con un tiro al volo di Zambrotta nel secondo tempo. I migliori in campo infatti, quella sera, saranno i due esterni mancini, dato che anche Fabio Grosso non ha voglia di sfigurare. L’anno dopo, assieme, avrebbero vinto uno splendido mondiale ai calci di rigore.
Mario Santana, tra passato e presente del Palermo

Infine tanta, tanta sofferenza per gli uomini di Guidolin. Non succede però null’altro di rilevante: il fortino Barbera è salvo. Guardalben conserva inviolata la porta di casa, il Palermo invece porta a casa una vittoria storica che mancava da decenni. La storia in una partita, oggi come 16 anni fa.
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