Esiste un orario preciso in cui la baby-gang entra in azione: scatta l’ora X alle ore 17:00 del venerdì e del sabato. Si aggira tra piazza Politeama, piazzetta Bagnasco e piazzale Ungheria, e in un tranquillo week-end a dettare legge sono dei ragazzini dai 9 ai 17 anni che aggrediscono senza apparente motivo alcuno.

Figli di famiglie normali, che sembrano conoscere però il solo linguaggio della violenza. Motivi apparentemente banali all’origini dell’aggressione: l’abbigliamento, il modo di camminare, la semplice sfortuna di trovarsi lì in quel determinato momento.

Le vittime sono state una decina dalla fine dell’estate, quattro negli ultimi quindici giorni, come riporta il Giornale di Sicilia. I bulli si danno appuntamento tramite social o chat ed escono “alla luce del sole“, la pioggia sembra averli spaventati.

Il punto di ritrovo: il palchetto della musica di piazza Politeama. Il “boss“, riconoscibile, ha solo 14 anni, ma le dite tempestate di anelli, alcuni appuntiti. Solo pochi giorni fa un 16enne è stato aggredito: «Tu da qui non ci devi passare», gli hanno detto gli aggressori prima di prenderlo a calci e a pugni, poi la frattura della mandibola. Soltanto uno dei ragazzi è stato individuato e segnalato alla procura per lesioni.

Pochi giorni dopo, il tentativo della stessa gang di rubare uno skate-board ad un giovanissimo.

Questura e procura indagano senza sosta: “Lavoriamo a questo fenomeno dalla fine di novembre – spiega il questore Leopoldo Laricchia – e sono stati già diversi i servizi con poliziotti in borghese del commissariato Centro. Poliziotti in borghese. Abbiamo già
identificato una ventina di giovani tra i 12 e i 17 anni“.

Il questore lancia un doppio appello: “Ai genitori di chi subisce questo tipo di attenzioni, dico di denunciare. Mi rivolgo anche ai genitori dei ragazzini del branco. Gli dico di fare maggiore attenzione ai propri figli, per comprendere chi frequentano. Probabilmente gli stessi genitori non sanno cosa fanno i figli fuori casa, non se lo immaginano“.

Al lavoro ci sono il procuratore capo facente funzioni Massimo Russo e la sostituta procuratrice Claudia Caramanna. Anche Russo lancia un appello: “Molte vittime non denunciano per paura. Quei ragazzini li conoscono e temono ritorsioni. Rompete questo muro di omertà. Non si può tollerare al centro di Palermo la manifestazione di una cultura mafiosa“.

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