di marzio

La nostra redazione ha intervistato Gianluca Di Marzio, numero uno in Italia nel mondo delle trattative e del calciomercato. Di Marzio sarà ospite giorno 4 dicembre dalle ore 15 al master breve in “New Media, Finanza e Innovazione per lo sport“, promosso da Palermo Innovation Lab, coordinato dal dottore Francesco Stassi e dalla dottoressa Emanuela Perinetti, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo.

Sarà un’occasione per presentare il suo nuovo libro “Grand hotel calciomercato” e per rispondere alle domande degli studenti e degli ospiti sul mondo delle trattative.

Di Marzio sul calciomercato oggi: “Tutto è cambiato e il non potersi vedere di persona, studiare gli sguardi e condurre una trattativa faccia a faccia è stato sicuramente complicato. In estate tutto si era sbloccato anche se con le dovute limitazioni, ma nell’ultima finestra invernale di mercato tutto veniva fatto in modo virtuale: Icardi al PSG è stato fatto in modo totalmente telematico, speriamo di tornare presto alla normalità

Sulle difficoltà delle squadre a causa del Covid-19 e sul Palermo: “La difficoltà delle squadre oggi consiste anche nello stop del pagamento degli stipendi, se squadre del grande calcio europeo stanno riscontrando problemi questi sicuramente si amplificano nelle serie minori.

Palermo? Sta avendo finalmente la fortuna di recuperare tutti i giocatori, nel suo girone può essere la sorpresa ai playoff, ha una buona rosa e conosco mister Boscaglia che è molto bravo. Forse il Bari ha qualcosa in più sulla scia dello scorso anno, in più ha aggregato alla squadra giocatori come Citro e Montalto. Ma i rosanero possono essere la sorpresa”

Sulle trattative del passato del Palermo: “Sono d’accordo nel dire che la trattativa più remunerativa è stato il passaggio di Dybala alla Juventus, allo stesso modo quella meno conveniente per le casse del Palermo è stata probabilmente la cessione di Cavani a Napoli, anche se bisogna dire anche ancora non era conosciuto e che pochi credevano davvero in lui”

 

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