Biava

“Adesso tifo per la risalita. A Palermo ho fatto anche il militare, amo la città e la sua gente. Che soddisfazioni in A”.
“Per tornare nel calcio che conta servono capitali e programmi. Non sarà facile, ma i tifosi devono avere tanta pazienza”.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

Giuseppe Biava entrò definitivamente nei cuori del popolo rosanero il 18 settembre del 2004… quando a dieci minuti dal termine della gara (con l’Inter) e sul risultato di parità (1-1) per fermare Adriano lanciato a rete gli si aggrappò alla maglia come per prendere un bus in corsa.
Sapeva che sarebbe stato espulso, poi anche squalificato, ma in quel momento contava di più la squadra.

Inizia così l’articolo di Carlo Brandaleone nella sua consueta rubrica Cuori Rosanero. L’intervista con uno dei difensori più apprezzati ed amati dalla tifoseria rosanero. Vi riportiamo qualche passaggio:
“Pensavo che a fine gara Guidolin mi rimproverasse per l’espulsione, invece mi disse ‘bravo’… Venivo da una piccola squadra di provincia e quando entrai per la prima volta nello spogliatoio e vidi Corini, Toni e Zauli mi tremarono le gambe. Eravamo una grande squadra, sempre tutti insieme. Quanti bergamaschi e bresciani. La notte della promozione non la dimenticherò mai… Avevo fatto il militare a Palermo nell’operazione Vespri siciliani, la città mi era piaciuta e non ci pensai due volte a cambiare mondo. Ho fatto benissimo. Lo scorso anno sono venuto per la partita delle leggende organizzata dal nuovo club e tornare al “Barbera” è stata una grande emozione… Poi sono andato un po’ in giro per la città. Pensavo di trovarla diversa da come l’avevo lasciata nel 2008 e invece l’ho trovata uguale, mi sono sentito a casa, come se non fossi mai andato via.
Qui ho ancora tanti amici come Francesco Arcoleo e Luciano Megna, qui avrei voluto vivere… L’anno prima avevano cercato di vendermi per prendere Migliaccio, ma rifiutai l’Atalanta, non era ancora il momento di tornare a casa. Nel 2008 mi inserirono nella trattativa per Bovo e mi mandarono al Genoa. Ci rimasi molto male…”.

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