Sembra proprio che la morte precoce, abbia sancito la fine dei suoi tormenti. Questo dicono i suoi amici più stretti e chi conosceva da vicino, negli ultimi mesi Diego Armando Maradona.

Un uomo stanco della vita, malato e con una misteriosa faida tra clan, tutti alla ricerca dei suoi soldi, slogan, pubblicità. In lotta con i propri demoni interiori. Il tutto accelerato, negli ultimi anni dall’abuso degli psicofarmaci utilizzati e dall’alcool.

Nemmeno la panchina con il Gimnasia lo risolleva. Spesso non era lucido e sembra che la stessa squadra lo avesse ingaggiato per risollevare la propria immagine. Così come la fastosa organizzazione per il suo 60° compleanno. In cui tutto sembrava andare verso l’ostentazione del mito e non in direzione delle reali condizioni della persona.

A far la sua parte, come sottolinea il Corriere della Sera, anche la politica, con sfilate sociale con lui testimonial. In prima linea Alberto Fernandez che lo voleva a sostegno delle classi più umili, un portavoce forte e potente. Indifferenti però sulle reali condizioni del campione, che sembravano note in Argentina e sembravano presto smentite.

Anche in seguito all’intervento, occorso al campione lo scorso 3 Novembre,per rimuovere un coagulo al cervello, il tutto era stato minimizzato. “Abbiamo notato nel processo di recupero post-operatorio alcuni episodi di confusione” aveva ammesso l’onnipresente dottor Leopoldo Luque, suo medico personale, salvo poi aggiungere “abbiamo anche ballato insieme“.

Eppure El Pibe de Oro non stava bene. Nè fisicamente né mentalmente, con la paura anche di contrarre il coronavirus e la depressione sempre presente. A testimonianza di ciò dopo l’operazione non ha fatto più rientro alla sua casa di La Plata: ha affittato una villa a Tigre per poter raggiungere tempestivamente l’ospedale in caso di un peggioramento. Cosa che è effettivamente avvenuta.

Maradona ieri non si è più svegliato dopo esser tornato a letto, con un altro dei dribbling suoi. Come ha scritto Clarin ieri: “portandosi per sempre via il fútbol“.

In quello che ora suona come il suo testamento spirituale Maradona disse un mese in un’intervista proprio al Clarin:”Sono stato molto felice, il calcio mi ha dato tutto, più di quello che ho immaginato. Senza la droga, avrei potuto giocare e vincere molto di più“.

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