Nello Musumeci, con l’ultima ordinanza che ha di fatto aperto la fase 3, ha consentito la riapertura di discoteche e sale da ballo, almeno sulla carta. Per effetto di regole non ancora dettagliatamente definite, i gestori dei locali si rifiutano di riaprire anticipatamente.

Roberto Bianconi ad esempio, direttore del Country di Palermo, osserva: “L’8 giugno, la Regione ci aveva illustrato regole più vantaggiose rispetto ad altre regioni: una distanza ridotta da due metri a un metro anche mentre si balla e l’attribuzione della responsabilità ai clienti. Di queste indicazioni, però, non c’è più traccia. Così non si può aprire”.

Ricordiamo che il decreto nazionale aveva disposto la riapertura di discoteche e sale da ballo dal 14 Luglio, ma lo stesso Governo centrale aveva dato altresì potere decisionale alle regioni che possono dunque decidere diversamente sulle tempistiche. E la Sicilia, in tal senso, è quella (insieme ad altre) che si è mossa in anticipo su questo settore. Nelle altre regioni questo è il quadro: la Toscana è ripartita sabato, Campania, Lazio e Puglia partono oggi (con le prime due regioni che vietano però il ballo e la terza che invece dà il via libera solo all’aperto), Calabria, Emilia Romagna, Veneto e Liguria ricominciano giovedì.

Come detto a monte, i gestori lamentano le linee guida presentate da Musumeci nel confronto con le regioni di qualche giorno fa in videoconferenza. Lo sfogo emblematico, ancora una volta, è quello di Bianconi: “Come faccio a verificare se due persone mantengono la distanza mentre ballano? Come faccio a sapere se sono congiunti o se si sono appena conosciuti? Noi abbiamo chiuso a febbraio, prima ancora che ce lo imponessero, e l’abbiamo fatto per senso di responsabilità. Adesso ci diano regole chiare. Fino ad allora non potremo riaprire”.

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