La prima finale di Coppa Italia nella storia del Palermo e poteva davvero rivelarsi quella che nella bacheca rosanero avrebbe meritato di esserci: la prima di altrettante delusioni, compie oggi 46 anni, ma questa segna senza dubbio uno dei più grandi “scippi” come molti definirono, perpetrati ai danni dei rosa-nero. L’arbitro divenne il protagonista assoluto in negativo e sbagliò veramente tutto e il Palermo dominò la partita per 90 minuti, quindi la sconfitta in finale ha il sapore di una beffa atroce.

Come ricorda il Giornale di Sicilia, quel Palermo stava per realizzare un’impresa: dopo aver già battuto squadre del calibro di Fiorentina, Lazio e Juventus, pur venendo dalla serie B, riuscì quasi a conquistare un titolo dominando su un’altra squadra importante in massima serie come il Bologna.

Il monologo rosa-nero cominciò con Magistrelli, che con un’incornata vincente portò in vantaggio i rosa-nero: l’unico difetto fu quello di non chiudere la gara, mancò la zampata finale. Così poté entrare in scena il nuovo protagonista: proprio l’arbitro Gonella.

Prima, assegnando su pressing difensivo del Palermo, un fallo in zona d’attacco al Bologna, nonostante l’ultimo tocco di Savoldi. Ma soprattutto la retroguardia rosa-nero presa alla sprovvista, da una battuta veloce, si fa bucare da Bulgarelli in area di rigore. Qui arriva il peggio, siamo quasi a fine partita, e su una chiusura di Arcoleo pulita ma giudicata fallosa, Gonella assegna il calcio di rigore a favore del Bologna, che Savoldi realizza.

La Coppa Italia viene così decisa ai calci di rigore: ma ancora una volta Gonella decise di intervenire nel match. Il primo a calciare fu Bulgarelli per il Bologna, ma si vide respingere il tiro da Girardi. L’arbitro fece ripetere la battuta perché (a suo dire) il portiere rosanero si mosse in anticipo. Sulla ribattuta, Bulgarelli non sbagliò, al contrario di Cresci, mentre per il Palermo andarono a segno i primi tre tiratori (Vanello, Magistrelli e Barbana). Furono gli unici, però, perché Vullo e Favalli sbagliarono, mentre Novellini e Pecci regalarono la Coppa Italia al Bologna.

Brucia ancora – ammette Vullo perché tutta la squadra fece una prestazione eccellente. Io ero il più giovane, ma nonostante tutto Viciani ebbe fiducia in me e mi mise in lista per i rigori. Non dovevamo arrivare lì, però. Ci sono anche le dichiarazioni di Bulgarelli e Savoldi, che si sono vergognati per quella vittoria

Il Presidente Barbera pagò lo stesso ai giocatori il premio vittoria per la Coppa Italia da 3 milioni come riporta sempre il Giornale di Sicilia, così continua Vullo:

Abbiamo festeggiato comunque, ma non è stata la stessa cosa. Barbera ha fatto tutto quel che aveva promesso per la vittoria, è un peccato per tutto il calcio italiano che non ci siano più persone come lui”.

 

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