Spadafora

Il calcio italiano freme per sapere se nella data tanto attesa, ovvero il 4 maggio, gli allenamenti potranno davvero ripartire: ma i tempi potrebbero non essere maturi.

Come afferma il Corriere dello Sport, sembra che Spadafora non possa garantire una certezza assoluta: in 15 giorni la situazione epidemiologica può cambiare e continuare a coesistere situazioni diverse da regione a regione.

Oltre che sugli allenamenti, le indicazioni che i club di serie A aspettano è sul possibile ritorno in campo. In base però anche alle ultime dichiarazioni dei ministri Spadafora e Speranza, il settore dello sport non sembra una priorità e tutto rimane un punto interrogativo.

Esistono anche dei nodi da sciogliere: uno di questi riguarda il protocollo sanitario. Spadafora dovrà esaminarlo per capire se è valido o se dovessero occorrere aggiustamenti o correzioni. Alcuni club di serie A hanno già fatto notare però come esso sia inapplicabile: sia perché troppo stringente, non tenendo conto delle reali strutture a disposizione delle società.

Ma soprattutto non tiene conto del fattore responsabilità: se saltasse fuori un nuovo positivo all’interno del gruppo squadra che non comprende solo i giocatori ma anche lo staff tecnico come i massaggiatori, i preparatori, dottori, magazzinieri ect, di chi sarebbe la colpa? Nessuno in società vorrebbe addossarsi questa eventuale responsabilità. Ragione per cui Tavana,rappresentante dei medici sociali, si è dimesso dalla commissione medico-scientifica della Figc che ha redatto il protocollo.

Prima si esprimerà Spadafora e poi i club di serie A con un’ulteriore riunione a stretto giro di posta; intatto è prevista nei prossimi giorni anche una riunione Uefa per la definizione di campionati e coppe. Con un ulteriore nodo al pettine: i contratti in scadenza il 30 giugno.

Per continuare le coppe vanno prolungati ma in linea teorica, nonostante le indicazioni Fifa i contratti non possono essere prolungati ulteriormente; per questo motivo un giocatore potrebbe anche rifiutarsi di giocatore oltre il 30 giugno o dovere ritornare in prestito nella squadra di appartenenza.

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