Per un atleta staccare il pass per le Olimpiadi è il sogno di tutta una vita, e vedere questo sogno svanire all’improvviso a causa dell’emergenza coronavirus, forse è come un incubo che si materializza dopo anni di sacrifici.

E’ la storia raccontata da Repubblica, di Osama Zoghlami, mezzafondista azzurro nato in Tunisia , che è arrivato a Valderice ed è ormai palermitano per adozione e cittadino italiano e che era riuscito a qualificarsi per le Olimpiadi di Tokyo 2020, al Golden Gala di Roma di un anno fa.

Da quel momento già l’atleta stava cominciando la preparazione per questo importante evento insieme al suo allenatore Gaspare Polizzi; un progetto nato già nel 2018 al Cus.

«Di sacrifici ne ho fatti tanti – dice Osama Zoghlamima un atleta li deve fare a prescindere dal fatto che partecipi alle Olimpiadi o meno. Solo il lavoro ti permette di raggiungere i traguardi che ci si fissa giorno per giorno».

Sono davvero momenti duri e contrastanti quelli che il mondo dell’atletica sta vivendo, da una parte la voglia di maggiore sicurezza nel caso in cui le Olimpiadi si dovessero disputare realmente, e la preoccupazione di chi invece non vuole che vengano rinviate perché “non è necessario prendere decisioni drastiche“.

Ricordiamo infatti che le Olimpiadi di Tokyo si dovrebbero svolgere dal 24 luglio al 9 agosto.

Ecco cosa pensa Zoghlami in merito: “Certo che ho paura che slittino le Olimpiadi però penso anche che sia la vita delle persone che quella degli atleti siano più importanti delle Olimpiadi. La salute viene prima di tutto. Se alla fine dovessero decidere di rinviare Tokyo 2020 vorrà dire che l’allarme non sarà del tutto rientrato e che quindi chi ha responsabilità di decidere ha capito che la salute delle persone viene prima di tutto. Se dovessero rinviare le Olimpiadi vorrà dire che sarà stato giusto farlo“.

A cambiare in questo periodo per il mezzofondista azzurro è anche la gestione degli allenamenti: “La preparazione va avanti però siamo stati costretti a rivedere qualcosa. Polizzi ha modificato il programma, non solo perché il futuro in questo momento è un punto interrogativo, ma perché dobbiamo fare i conti anche con i decreti.

Non possiamo andare in giro e non resta che allenarsi correndo al Cus: fino ad ora siamo riusciti a lavorare con tutte le autorizzazioni del caso a partire dalla Fidal ( la federazione di atletica, ndr) fino ai vertici del Cus. Ma non è il piano originale che avevamo“.

Fuori dalla pista per Osama Zoghlami scattano le normali prescrizioni che hanno tutti gli italiani: restare a casa. «Devo ammettere che un po’ mi annoio – dice – rimanere a casa non fa per me, ma è giusto così se serve per salvaguardare la vita, nostra e degli altri. Qualcosa da fare si trova sempre anche se per ora sto surriscaldando la playstation».

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