L’ex tecnico rosanero Davide Ballardini si è espresso su diversi argomenti e temi non solo relativi al pianeta rosanero, che ha frequentato per diversi anni. Un ricordo ancora vivo per Ballardini che si è innamorato della nostra città, frequentandola in due riprese: nel 2008 e nel 2016.
Il tecnico romagnolo ha parlato alla redazione di Mediagol.it.
Ecco alcune delle sue dichiarazioni:
“Io ho avuto la fortuna di allenare tanti giocatori, ma di guidarne di così bravi e talentuosi come Franco Vazquez raramente mi è capitato nella mia carriera. Io ancora oggi mi chiedo come mai Franco, visto che ha la cittadinanza italiana, non sia stabilmente nella Nazionale azzurra. E’ un giocatore di enorme talento e quindi, mi viene da chiedere, perché non rientri nella rosa dei convocati di Mancini: ha davvero un talento straordinario, per me è un giocatore da Juve, Inter, Napoli, sia per la qualità che ha, sia per la persona eccezionale che è sotto il profilo umano.

Hernandez? Il talento deve avere cuore e testa, non basta il talento fine a se stesso, le qualità fisiche e tecniche, servono anche altri requisiti. Se Abel non è riuscito a fare quello che il suo talento gli avrebbe potuto permettere di fare, evidentemente con la testa e con il cuore non era così forte da sostenere la sua bravura. Trajkovski? Per me è un giocatore che anche lui ha davvero doti tecniche di assoluto rilievo, un ragazzo di indubbio talento, poi magari è un po’ morbido e fragile: è fatto così, il suo carattere e la sua fragilità non lo aiutano a tirare fuori il meglio di sé.

“Liverani, Tedesco e Maresca? Liverani aveva grande personalità già quando era un giocatore, già sapeva bene quello che doveva fare, e già da allora si vedeva che ragionava quasi come un allenatore in campo e dunque non era difficile intuire quale sarebbe stato poi il suo destino. Più o meno la stessa cosa vale per Enzo Maresca che è stato fondamentale in quell’anno, il 2016, in cui si è verificato un vero e proprio miracolo sportivo, perché quella è stata calcisticamente una favola a lieto fine. Più volte ho sentito dire ‘Ballardini e gli anziani sono riusciti nell’impresa’. Allora, io posso anche dire, gli anziani sarebbero potuti riuscire nell’impresa anche senza l’avvento in panchina di Ballardini perché in quella squadra quei calciatori di esperienza e spessore c’erano anche prima di me. Quell’anno grazie al prezioso apporto dei senatori di quel gruppo, Maresca, Gilardino, Sorrentino, Vazquez, ed insieme al contributo del sottoscritto e del mio staff tecnico, siamo riusciti a compiere un’impresa memorabile: in sei partite, a fine stagione, facemmo 11 punti.

Tedesco? Giovanni è diverso da Maresca e Liverani che sono più o meno simili, lui ha grandissima tenacia, una grandissima personalità ed una spiccata concezione dello spirito di gruppo. Un ragazzo meraviglioso, buono d’animo ed entusiasta, che con la sua persona, mi viene da dire che è più vicino alle caratteristiche temperamentali di un tecnico come Rino Gattuso, al contrario di Maresca e Liverani, due strateghi e alchimisti tattici, che sono comparabili ad Ancelotti, per come intendono il calcio e lo hanno vissuto da giocatori, in modo aderente ed analogo a come lo interpretano adesso da allenatori”.
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