Parla la virologa del Sacco di Milano: “entro l’estate il peggio sarà alle spalle”.
Gismondo: “Dopo uno sforzo fisico intenso vivono una depressione immunitaria. Il caldo umido ambientale degli spogliatoi non aiuta”

Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola

L’articolo di Mario Pappagallo che intervista la dottoressa Maria Rita Gismondo, virologa del Sacco di Milano che focalizza la sua riflessione sui rischi per gli sportivi di contrarre il virus.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente sul Corriere dello Sport in edicola:
“strascichi una volta negativizzati? Assolutamente no.. Dopo torneranno in forma come quando si ha una forma influenzale… non ho mai sottovalutato questo nuovo virus sconosciuto, ma non è certo la peste nera manzoniana. Non possiamo guardare i numeri del giorno e farne un’estrapolazione per fare una descrizione del fenomeno intero. .. E comunque a livello di malattie infettive c’è di peggio, sia in termini di diffusione sia in termini di letalità. Il concetto è che non possiamo gridare alla peste nera. Ma è più letale, dicono. Sì, ma sui casi confermati, che potrebbero essere molti di meno dei casi reali. Il 60-70% degli italiani potrebbe essere venuta a contatto con il virus e il 90% di questi senza sintomi. Possono essere stati positivi senza saperlo e senza sentire il bisogno di fare un tampone. Così potrebbero avere inconsapevolmente infettato altri.
gli atleti sono più esposti al contagio? Sì, sia per una sorta di momentanea depressione immunitaria conseguente a uno sforzo fisico intenso sia perché poi sono a contatto come avviene negli spogliatoi dove il caldo umido ambientale favorisce la persistenza delle goccioline di tosse o starnuti nell’aria e nell’ambiente. Di conseguenza se c’è un soggetto infettato ma senza sintomi diventa facile fonte di contagio. Quindi quarantena obbligata per le due squadre ma anche per i familiari di chi risulta positivo. Se tutto va come previsto all’inizio dell’estate dovremmo esserne fuori”.

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