nuovo dpcm conte

Due anni fa era uno sconosciuto, adesso si carica tutto il Paese sulle spalle. Si libra al di sopra del proprio destino su una corrente ascensionale che lo porterà a volare o sfracellarsi con tutto il popolo di cui si è autoproclamato avvocato.
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Niente di quello che ci sta accadendo era immaginabile due anni fa.
Inizia cos l’articolo di Gabriele Romagnoli su Repubblica.it che sottolinea l’escalation dell’attuale presidente del Consiglio che da figura imbarazzante e derisa dal mondo politico, conosce oggi il massimo della sua popolarità.
La storia del premier, la sua voglia per la compostezza anche melle partite di calcetto in Puglia; la sua carriera accademica da docente di diritto.
E poi quella scelta di Salvini e Di Maio, di metterlo a capo di un Governo che nasceva dall’accordo di due forze politiche apparentemente molto distanti: Lega e 5 stelle.

Ma chi lo conosceva due anni fa? Nessuno.
Sbeffeggiato in tutta Europa come marionetta di due padroni resiste, resiste, resiste. Un’estate fa, l’ex ministro Salvini vorrebbe mandarlo a casa e assegnarsi pieni poteri, previo plebiscito elettorale. È invece proprio Conte a cacciarlo dagli scranni del governo, scrive Romagnoli che sottolinea la popolarità di cui gode adesso Giuseppe Conte.

L’apparizione di mercoledì sera ha segnato il compimento di una metamorfosi. L’anatroccolo nero non ha più timori. Parla in prima persona: “I provvedimenti che ho assunto”. Si carica sulle spalle il Paese come certi giocatori la squadra quando è in svantaggio.
La sua popolarità e la sua fiducia salgono al 42% e in tanti milioni l’altra sera in tv hanno spontaneamente sentito la voglia di allearsi con lui, di essere da lui difesi o protetti.
Al secondo posto in fatto di popolarità c’è Giorgia Meloni, ma in questo momento ciò non ha nessun valore, perchè in questi giorni se mentre l’anestesista ti fa entrare liquido in vena dicendoti di contare alla rovescia ti appare dietro la mascherina lo sguardo di un chirurgo che non conosci, senza curriculum, mai visto all’opera, non puoi metterti a discuterlo, puoi soltanto augurarti che quello sia il tuo eroe, per caso o per necessità, scrive Romagnoli in conclusione di articolo.
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