Vigorito

«Dopo il blocco si riparta o il calcio finirà nel baratro»
L’allarme del presidente del Benevento, leader in b
Rumors su organici “congelati” . Vigorito: «Superata l’emergenza i campionati andranno conclusi»

Risolto il dubbio su cosa doveva fare il calcio, adesso inizia a crescere un’altra domanda e cioè come deve ripartire il calcio.

L’articolo di Ettore Intorcia sul Corriere dello Sport, oggi in edicola, solleva un’ipotesi che toglierà il sonno a molti presidenti e tifosi italiani e cioè che , di fronte all’impossibilità di portare a termine la stagione, con il complesso incastro di appuntamenti internazionali, le attuali classifiche vengano cristallizzate, annullando i campionati e ripartendo la prossima estate con gli stessi organici.
Insomma una sorta di abbiamo scherzato, annulliamo tutto e si riparte come se la stagione 2019-2020 non fosse mai esistita. Nessuna retrocessione dalla A e di conseguenza nessuna promozione dalla B e così via fino alle serie minori.
Su questi rumors che stanno circolando, si è espresso il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, consigliere di Lega B è ovviamente preoccupatissimo per la sua squadra che guida il campionato con 22 ponti di vantaggio sulla terza ed è ad un passo dalla promozione. Stesso discorso per il Monza di Berlusconi e Galliani, quasi con un piede in B.
Vigorito: “… se ciò accadesse il calcio italiano finirebbe nel baratro. Ho avuto dei colloqui con Adriano Galliani e altri presidenti di Serie A e di Serie B, mi hanno informato dei rumors che stanno circolando su un’ipotesi estrema, e cioè che le autorità, non solo sportive, potrebbero annullare i campionati. Naturalmente, come tutti i cittadini italiani, i presidenti e calciatori si allineano alle decisioni del governo rispetto a un bene prioritario come la salute pubblica. Ma una volta ripristinate le condizioni ottimali bisogna giocare perché un eventuale annullamento del campionato comporterebbe per il calcio non dico la scomparsa ma quantomeno ritrovarsi in un baratro dal quale difficilmente tutti noi ci potremo rialzare. Oltre a una richiesta di danni da parte di sponsor e tv, bisogna pensare anche alla credibilità del sistema Italia, che ne risentirebbe non solo dal punto di vista sportivo. Anche i presidenti di calcio sono imprenditori, non si può immaginare di distruggere aziende che non producono beni materiali ma spettacolo, aziende che soffrono come tutte le altre da un punto di vista economico e finanziario”.
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